L’epidemia in Italia è in ulteriore peggioramento. Si registra una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità in numerose Regioni e Province autonome. L’Italia è in uno Scenario di tipo 3 ma in evoluzione verso il 4. È questa la conclusione a cui arrivano l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e il Ministero della Salute alla luce dell’ultimo monitoraggio sull’epidemia, che riguarda la settimana dal 19 al 25 ottobre e che quindi non “recepisce” ancora le misure restrittive dell’ultimo dpcm. L’incidenza del virus è passata da 146,2 casi ogni 100 mila abitanti a 279,7 ogni 100 mila abitanti.
L’indice Rt, che calcola la capacità di replicazione dei contati “in Italia è a 1,7, ancora in crescita”, spiega Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto. “Tutte le regioni sono sopra il valore Rt 1 e molte anche significativamente sopra, e questo è un elemento importante”. Addirittura in certe regioni non si riesce nemmeno a raccoglierli al meglio, proprio per l’alta circolazione del virus. Secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità “11 regioni e Province autonome sono da considerare a rischio elevato di una trasmissione non controllata e 8 sono classificate a rischio moderato con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese”.
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In alcune regioni c’è già uno Scenario compatibile con il 4, quello che in base al documento che indica le misure da prendere per prevenire e fronteggiare il Covid, per il quale è indicato il lockdown. In realtà il numero è inferiore a quello della settimana scorsa ma perché una parte delle amministrazioni locali, appunto, non hanno comunicato tutti i dati.
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“Sono necessarie misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui sistemi sanitari, comprese restrizioni di attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione della altre misure previste”, cioè quelle del documento appena citato. I cittadini sono invitati a rimanere a casa il più possibile. È “fondamentale” che lo facciano, sostiene il presidente dell’Iss. Chi esce comunque deve fare attenzione al distanziamento, usare correttamente la mascherina e rispettare le misure igienico sanitarie.
Le Regioni vengono invitate “nuovamente” ad analizzare il rischio, anche in determinate zone del loro territorio e a “considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo” sempre del documento con il rischio. Per la prima volta una regione ha superato la soglia critica dell’occupazione in aree mediche, che è del 40%. Si tratta della Valle d’Aosta, che ha superato il 50%. Ci sono 15 regioni che superano le soglie critiche di terapia intensiva e aree mediche nel prossimo mese.
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