Il coprifuoco continua a dividere le principali forze politiche. Mentre Lega e Fratelli d’Italia ne invocano a gran voce la rimozione, ritenendolo inutile e dannoso, vari partiti della maggioranza lo difendono. Per valutare l’effettiva efficacia di questa misura di prevenzione, i principali cerchi di ricerca europei hanno condotto un nuovo studio. I risultati ottenuti sono stati pubblicati, sotto forma di pre-print, sul sito MedRxiv. I dati, che non sono ancora stati sottoposti alla peer review, permettono di stilare una “classifica” provvisoria delle disposizioni anti-Covid più efficaci adottate dai governi europei. Al primo posto c’è la chiusura dei negozi, che ha reso possibile una riduzione dell’Rt del 35%. Nella parte bassa della classifica, invece, si trova la chiusura di scuole e università, che ha contribuito per il 7% al calo dell’indice.
Dallo studio emerge che sia l’uso rigoroso delle mascherine che il coprifuoco hanno “avuto un effetto moderato sulla riduzione dell’Rt, rispettivamente del 12 e del 13%“. Si sono ottenuti dei risultati simili anche con la chiusura della ristorazione, dei locali da ballo e delle attività non essenziali (12%). Limitato, invece, l’impatto sull’indice Rt derivante dallo stop dei luoghi della cultura (musei, teatri, zoo ecc.): si ferma appena al 3%.
Gli autori della ricerca sottolineano che nessuna di queste misure “non farmacologiche” è efficace da sola. “Il coprifuoco è stato adottato in molti Paesi, alle 22 da noi, anche prima altrove”, spiega Francesco Forastiere dell’associazione italiana di epidemiologia, che ha analizzato con attenzione lo studio pubblicato su MedRxiv. Il coprifuoco “riduce la mobilità e la possibilità di contagio”. Forastiere sottolinea che, in generale, il lockdown funziona e che sul tema delle chiusure c’è molta confusione. “Le prove scientifiche vengono travisate per rispondere ad altre esigenze. La decisione su durata e modalità del coprifuoco dipende, ovviamente, dal livello di circolazione virale, dai contesti, dall’estensione delle altre misure, dai comportamenti individuali”.
Alla ricerca hanno partecipato alcune delle principali Università europee, tra cui quella di Oxford, l’Imperial College London School of Economy e gli atenei di Bristol, Copenaghen ed Essen. I ricercatori hanno raccolto i dati in sette Paesi (Austria, Repubblica Ceca, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda e Svizzera) tra il primo agosto 2020 e il 9 gennaio 2021. Sulla base delle informazioni ottenuti, gli esperti sono riusciti a ideare un modello statistico utile per valutare l’efficacia dei vari interventi presi dai governi europei.
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