Il Parlamento europeo ha dato il via libera allo stop dei veicoli inquinanti (a benzina e diesel) di nuova immatricolazione a partire dal 2035. Il fine è quello di ridurre le emissioni di anidride carbonica, in linea con gli obiettivi climatici posti dall’Ue stessa: il divieto è stato approvato con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti. Tuttavia, la decisione del Parlamento è stata aspramente criticata dalla destra italiana, secondo cui la decisione è “uno schiaffo all’automotive e ad altri settori dell’economia”. In particolare, Matteo Salvini, vice premier e ministro delle Infrastrutture, ha scritto su Instagram: “È una decisione folle e sconcertante, contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi. Ideologia, ignoranza o malafede?”
Secondo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, è vero che l’Italia è in ritardo sulla transizione del settore auto – e che è quindi necessario accelerare sugli investimenti – ma “i tempi e modi che l’Europa ci impone non coincidono con la realtà europea e soprattutto italiana. Non possiamo affrontare la realtà con una visione ideologica e faziosa che sembra emergere dalle istituzioni europee”. Urso si chiede perché l’Europa non adotti la ‘neutralità tecnologica’, con tempistiche più graduali e adeguate alla realtà, e permettendo l’uso di altre fonti. “Questa visione ideologica mi sembra la stessa di qualche anno fa quando si guardava alla Russia come unica fonte energetica per l’Europa. Rischiamo di passare dalla dipendenza energetica dalla Russia alla dipendenza tecnologica dalla Cina sulla filiera dell’elettrico”, ha commentato. Anche Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, si è espresso sulla misura, definendo un ‘errore grave’ la decisione europea, e affermando che l’Italia avanzerà presto una controproposta: “limitare la riduzione al 90%, dando la possibilità alle industrie di adeguarsi”. Tajani ha concluso dichiarando che “la lotta al cambiamento climatico va fatta, ma richiede obiettivi raggiungibili”.
Con l’ok definitivo arrivato da Strasburgo, tutti i veicoli a benzina o a diesel andranno sostituiti con alternative a zero emissioni, come ad esempio l’auto elettrica. Tale accordo, raggiunto alla fine dello scorso dicembre a seguito di lunghe trattative, include anche degli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030. Dal medesimo anno, infine, verranno vietati gli incentivi statali per l’acquisto di auto elettriche. Dalla misura è escluso l’usato: nel 2035, infatti, le auto tradizionali continueranno a circolare. La vendita sarà vietata ai veicoli nuovi. Un futuro più sostenibile è quindi possibile?
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