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L’Unione Europea deve “continuare a investire nei sistemi di Protezione Civile nazionali e ricordarsi che il sistema non è solo di risposta all’emergenza, ma di preparazione e di tutto il ciclo dell’emergenza. Noi siamo abituati a pensare all’emergenza quando accade qualcosa. L’Europa è nata come prima risposta a questo, adesso deve continuare ad allargare il proprio orizzonte sui temi di previsione, prevenzione, di aspetto tecnologico e quindi poi anche di risposta”. È questo l’appello all’Ue del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, dopo il colloquio con il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
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“Noi viviamo, l’Italia in particolare, ma buona parte dei Paesi europei, una costante situazione di rischio. In Italia abbiamo dei rischi stagionali, come gli incendi boschivi, l’idrogeologico, e dei rischi purtroppo presenti in ogni momento, come il sismico e il rischio vulcanico, e altri rischi legati alla presenza dell’uomo e alla sua tecnologia – ha il capo della Prociv italiana -. Credo che dobbiamo migliorare quella che è l’azione della cura del territorio. I rischi vivono due visioni diverse: una a lungo termine, come i cambiamenti climatici; e una è un problema di urgenza, di infrastrutture, di cura del territorio immediata. Credo che coniugare queste due visioni sia importante”.
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