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Patto di stabilità, cosa prevede e perché l’Italia non l’ha votato

Gentiloni sottolinea che con il nuovo Patto “chi ha il deficit più alto ha una sfida più complicata, ma con le nuove regole sarà più compatibile

Il Parlamento europeo ha dato il via libera al nuovo Patto di stabilità, ma solo quattro eurodeputati italiano hanno votato a favore. Si sono astenuti i partiti italiani della maggioranza di centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e anche Forza Italia) e il Pd “per non approvare un Patto negoziato dal Governo Meloni”. La segretaria nazionale Elly Schlein ha spiegato che “questo non è il Patto presentato dalla Commissione, è stato pesantemente modificato dagli Stati sul tavolo del Consiglio”. “Immagino ci siano ragioni di politica interna“, ha risposto Gentiloni ai giornalisti e ha ironizzato: “Per un giorno abbiamo unito la politica italiana”. Contro la riforma si sono schierati il M5S e Fabio Massimo Castaldo di Azione. Si tratta di “regole insostenibili per il nostro Paese”, ha detto Castaldo.

“Il patto negoziato voluto dalla Meloni non ci convince”

L’Europa ha compiuto il penultimo passo verso l’approvazione definitiva del testo, in attesa dell’ok finale del Consiglio. Il nuovo Patto di Stabilità e Crescita sostituisce quello che era in vigore fino alla sua sospensione temporanea in seguito all’emergenza Covid. A favore della riforma, tra gli italiani, hanno votato solo Lara Comi di Forza Italia, Herbert Dorfmann dell’Svp per il Ppe e Marco Zullo e Sandro Gozi per Renew.

Nicola Procaccini | ANSA/GIUSEPPE LAMI – Newsby.it

Gentiloni ha spiegato che le regole di bilancio nuove sono più favorevoli di quelle del vecchio patto di stabilità. Il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo Nicola Procaccini e il capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles Carlo Fidanza hanno detto che “sebbene il testo sia stato migliorato rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro del Governo italiano”, presenta “ancora alcuni punti critici fortemente voluti dai cosiddetti Paesi frugali, come la salvaguardia di sostenibilità del debito che comporterà meno flessibilità di quella attesa, nei prossimi anni”. Brando Benifei del Pd spiega: “Il patto negoziato, voluto e validato dalla Meloni non ci convince e non lo votiamo, ma evidentemente non convince nemmeno loro”.

Cosa prevede il nuovo Patto di stabilità

Per l’approvazione definitiva delle nuove norme manca solo il via libera del Consiglio. Il testo sarà chiamato all’ultima ratifica il 29 aprile, in occasione della riunione dei ministri dell’Agricoltura. Con il nuovo Patto si cercherà di mantenere i parametri del 3 e del 60% per il deficit e per il Pil ma si concederà qualcosa a Paesi con debiti elevati come Italia, Belgio, Grecia, Francia o Spagna. Per l’Italia le nuove regole dovrebbero risultare meno severe di quelle precedenti. Con la riforma saranno stabiliti dei meccanismi precisi di riduzione del deficit e del debito: i paesi con debito eccessivo saranno tenuti a ridurlo in media dell’1% all’anno se il loro debito è superiore al 90% del Pil, e dello 0,5% in media all’anno se è compreso tra 60% e 90%.

I Paesi che sforano il 3% di deficit sono chiamati ad una riduzione dello 0,5% annuo ma con un periodo transitorio che arriva fino al 2027 e nel quale la percentuale potrà essere ridotta. L’Italia “continua a far fronte a vulnerabilità legate a debito, deficit e crescita della produttività“, si legge nelle conclusioni degli esami approfonditi della Commissione Ue sugli squilibri macroeconomici dei 27. Saranno promossi anche gli investimenti pubblici nei settori prioritari.

Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni sottolinea che con il nuovo Patto “certamente chi ha il deficit più alto ha una sfida più complicata. Ma detto questo, con le regole esistenti la sfida sarebbe forse molto molto difficile da attuare, con le nuove regole sarà più compatibile”.

Le polemiche

Il M5S ha commentato: “Alla fine la riforma del ‘pacco’ di stabilità europeo che restaura il vecchio regime finanziario rigorista che imporrà al nostro Paese tagli e manovre e lacrime e sangue, imposto dai sacerdoti dell’austerità nordeuropei e supinamente accettato dal governo Meloni e dal suo ministro dell’Economia, è stato approvato dal Parlamento europeo con l’ipocrita astensione degli europarlamentari di tutte le destre di maggioranza nel penoso e disperato tentativo di non intestarsi l’innegabile paternità di questa storica fregatura. L’unico voto coerentemente contrario a questo capolavoro, anche tra le forze italiane di opposizione in Europa, è stato quello degli europarlamentari del Movimento 5 Stelle. Gli italiani se ne ricorderanno e li ringrazieranno quando, grazie alla passività di Meloni, Giorgetti e Tajani, si vedranno imporre tagli a pensioni, sanità e istruzione per rispettare gli assurdi vincoli di bilancio reintrodotti con questa riforma“.

Giuseppe Conte | ANSA/ANGELO CARCONI – Newsby.it

Giuseppe Conte ha detto: “Il premio facce di bronzo va a Meloni e soci. In campagna elettorale erano i ‘patrioti’ e Meloni urlava che per l’Europa sarebbe ‘finita la pacchia’. Poi sono andati al Governo e nei mesi scorsi hanno dato l’ok, senza alzare un dito, a questo accordo europeo che danneggia l’Italia. Il ministro Giorgetti ha parlato di ‘accordo sostenibile’, Meloni ha detto pubblicamente di essere ‘soddisfatta’ da questo bel pacchetto di tagli, definendolo un ‘compromesso di buonsenso. Oggi però colpo di scena. Siamo alle porte della campagna elettorale europea ed ecco che su quello stesso pacchetto di tagli e austerità, a suo tempo appoggiato da Meloni e Giorgetti, all’Europarlamento FdI e la Lega si astengono”.

Il capodelegazione dei Dem Brando Benifei: L’astensione del centrodestra è clamorosa

La delegazione di Fratelli d’Italia si è astenuta perché riteniamo che sebbene il testo sia stato migliorato rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro del Governo italiano, esso presenti ancora alcuni punti critici fortemente voluti dai cosiddetti Paesi frugali, come la salvaguardia di sostenibilità del debito che comporterà meno flessibilità di quella attesa, nei prossimi anni”, hanno spiegato Procaccini e Fidanza. Antonio Misiani: “Il nuovo Patto di stabilità e crescita delinea per l’Italia un percorso a ostacoli. Vedo che la destra si sta astenendo su un accordo fatto dal loro governo e che Meloni poche settimane fa ha detto essere il miglior accordo possibile a quelle condizioni. Stanno smentendo quello che ha detto la loro premier, evidentemente non era il miglior accordo”.

Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche europee alla Camera, ha detto: “La Meloni negozia in Europa le nuove regole del Patto di stabilità e poi, al momento del voto al Parlamento Ue, il suo partito e tutta la maggioranza di governo si astengono. È evidente che si tratta di una smentita e di una sonora bocciatura per la premier e il ministro Giorgetti! È in atto un goffo e disperato tentativo di prendere le distanze da se stessi perché sanno che l’accordo da loro siglato è penalizzante per l’Italia a causa della loro incapacità negoziale e della poca credibilità”.

Perché quasi nessun europarlamentare italiano ha votato a favore del Patto di stabilità

Non è chiaro se le nuove norme potrebbero danneggiare o avvantaggiare l’Italia in futuro. Per questo motivo nessun partito ha voluto schierarsi a favore. Un’altra spiegazione è che ormai da settimane è iniziata la campagna elettorale in vista delle europee e i partiti preferiscono non esporsi a eventuali attacchi politici dei propri avversari.

Giuliana Presti

Laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università di Parma. Scrivo di cinema, cultura e attualità e amo la fotografia e la buona musica.

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