POLITICA

Open to Meraviglia, i mille guai di una campagna partita con il piede sbagliato

Non c’è pace per Open to Meraviglia. Dopo le polemiche dei mesi scorsi, la campagna di promozione voluta dal ministero del Turismo è finita ancora nell’occhio del ciclone. Secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, la Corte di Conti starebbe indagando per un possibile danno erariale. L’ipotesi è che la campagna abbia portato, quindi, a uno spreco di denaro pubblico. Una tesi che già in passato avevano sostenuto sia il Codacons, che aveva presentato un esposto a fine maggio, sia Riccardo Magi, segretario di +Europa, che aveva presentato una denuncia per, appunto, danno erariale.

Che fine ha fatto Open to Meraviglia?

A spingere la Corte dei Conti a indagare sono state le mancate pubblicazioni sui social degli ultimi mesi. Dopo essere stata presentata in primavera, infatti, la campagna è stata improvvisamente interrotta. Le pubblicazioni si sono bloccate a fine giugno e, allo stesso tempo, è scomparso da YouTube anche il video di presentazione del progetto. I motivi di questo improvviso stop non si conoscono e non sono stati chiariti dal ministero.

Foto | Facebook (https://www.facebook.com/danielasantanche) – Newsby.it

L’ultimo post su Instagram risale ormai al 27 giugno, mentre i profili degli altri social (Twitter, Facebook e TikTok). Per il resto, si sa poco altro. Di video, per esempio, ne è apparso un altro, che ha pochissime visualizzazioni. Ritrae le giocatrici della nazionale italiana di pallavolo con le magliette della campagna promozionale. In qualche aeroporto internazionale è apparsa la cartellonistica promozionale, ma nulla più. Insomma, una sorta di mistero che ora andrà, però, chiarito.

L’unica versione fornita dal ministero risale a metà agosto ed è stata rilasciata a Fanpage. Dal ministero hanno spiegato che non c’è nessun problema con l’agenzia di comunicazione che si sta occupando del progetto. Hanno, poi, aggiunto che l’interruzione della pubblicazione è una scelta ponderata che ha come obiettivo quello di far arrivare maggior trafficio sul sito Italia.it. La Venere, simbolo della campagna, tornerà protagonista già dai prossimi mesi.

Un progetto nato col piede storto

L’ultimo atto della saga Open to Meraviglia non sembra far altro che confermare come il progetto sia nato con il piede sbagliato. L’indagine della Corte dei Conti è, infatti, soltanto l’ultimo atto di un percorso fin qui molto complesso. L’iniziativa del ministero era stata presentata ad aprile dal ministro del Turismo Daniela Santanché. Fin dalle prime battute era stata aspramente criticata da più parti. I motivi? I più disparati. Per molti la campagna, che ha scelto la Venere di Sandro Botticelli come testimonial, ha utilizzato e utilizza grafiche considerate grossolane e non al passo con i tempi. Qualcuno le ritiene stereotipate. La Venere è ritratta in alcuni dei luoghi turistici più noti d’Italia mentre compie azioni tipicamente associate all’italianità. Una scelta che in pochi hanno apprezzato.

A pesare, poi, è anche il costo dell’iniziativa. L’investimento complessivo è stato di 9 milioni di euro. Il video promozionale, inoltre, è costato 138mila euro. Il tutto doveva, idealmente, essere condito da pubblicità negli aeroporti e promozione social. Peccato, però, che da due mesi sia tutto congelato. E, inoltre, non si tratta di due mesi qualsiasi, ma dei mesi di maggior afflusso turistico in Italia, luglio e agosto.

Gianluca Pirovano

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