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Alitalia, Patuanelli: “Non ci sono esuberi nei piani del governo”

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“Assolutamente no, non esistono i 4mila esuberi in Alitalia”. La posizione di Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, è decisa e conferma che non ci saranno licenziamenti in Alitalia. Intervenuto a margine dell’assemblea dei presidenti di Coldiretti, Patuanelli ha chiarito il punto sui possibili esuberi nella compagnia di bandiera: “Esiste una dotazione iniziale con un range di 70 aerei, che è il numero di quelli che servono oggi per volare. Questo non significa che ci siano esuberi. Non ci sono nel Piano che ha in testa il governo, che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta seguendo assieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Mise. Quest’ultimo ha un ruolo importante nel passaggio dall’amministrazione straordinaria alla newco.

Patuanelli sull’ex Ilva: “Obbligatorio il passaggio alla decarbonizzazione, lo dobbiamo a Taranto”

Il ministro non ha solo parlato della questione Alitalia. Patuanelli, infatti, non si è sottratto alle domande su un’altra questione spinosa, quella legata al futuro dello stabilimento ex Ilva: “Ribadisco quanto già detto nei giorni scorsi – ha affermato –: grazie alle dotazioni finanziarie che arriveranno nel nostro Paese e grazie al dialogo costante con il Commissario europeo per il clima Timmermans, il passaggio alla totale decarbonizzazione dello stabilimento è qualcosa che dobbiamo fare. Lo dobbiamo alla città di Taranto. Certamente ci sarà l’entrata dello Stato nell’ex Ilva”.

“Recovery Fund, risultato storico”

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Patuanelli ha poi commentato in maniera positiva le notizie arrivate dal vertice Ue che ha visto la definitiva approvazione del piano per il Recovery Fund: “Se guardiamo a quello che è successo questa mattina all’alba è un risultato storico – ha dichiarato -. C’è sempre una lettura negativa che io non riesco a comprendere. Grazie al nostro presidente del Consiglio, che fa gli interessi degli italiani, si è riusciti ad invertire un paradigma che vede l’Ue troppo spesso come una somma di egoismi. Da questa mattina è un po’ meno unione e un po’ più una comunità europea. Grazie al presidente del Consiglio rinasce quel passaggio culturale importante verso una comunità vera”.

Andrea Corti

Nato a Roma nel 1978, dopo essersi dedicato al giornalismo scritto e ad aver pubblicato alcune biografie di personaggi dello sport come Zeman e Zanardi, ormai da anni è ‘sul campo’ con la telecamera in una mano e il microfono nell'altra. Dalle partite di calcio alle consultazioni per la formazione del governo, sempre con passione ed entusiasmo.

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