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Trump: ancora 12 giorni in carica, tra impeachment e valigetta nucleare

Mancano ancora 12 giorni all’Inauguration Day: il momento in cui Joe Biden giurerà da nuovo presidente degli Stati Uniti e s’insedierà ufficialmente alla Casa Bianca. Tuttavia questa parte finale della transizione americana sarà probabilmente tutt’altro che ordinata, nonostante nelle scorse ore Donald Trump abbia giurato il contrario. Nelle ultime ore si sono dimessi due importanti membri del governo: la segretaria ai Trasporti, Elaine Chao, e quella all’Educazione, Betsy DeVos. Ma non solo.

Il dibattito pubblico e politico statunitense si sta concentrando sulla possibilità di rimuovere il presidente dal suo incarico, attraverso l’impeachment o l’attivazione del 25esimo emendamento della Costituzione. Tutto questo due giorni dopo il violento attacco al Congresso da parte di centinaia di seguaci del presidente uscente, aizzati proprio da quest’ultimo.

Trump, che sembra aver ripreso a twittare a regime, ha confermato che non parteciperà all’insediamento di Biden il 20 gennaio, come ampiamente pronosticato. Secondo le fonti dei giornali americani è sempre più probabile che ci sarà il vicepresidente Mike Pence. Anche perché pochi giorni fa il quotidiano scozzese The Sunday Post aveva rivelato che un aereo ufficiale utilizzato in passato dal tycoon dovrebbe volare in Scozia il giorno prima del giuramento di Biden.

A Trump avranno tolto Facebook, ma non ancora quella valigetta

Ma non c’è solo il nodo dell’impeachment. Fino al termine del suo mandato, non potrà utilizzare il suo account Facebook. Ma alcuni analisti sottolineano il fatto che per i prossimi 12 giorni Trump avrà ancora tra le sue mani la “valigetta” più pericolosa del pianeta, quella nucleare (in gergo tecnico “Nuclear football”). Contiene i codici militari con cui il capo della Casa Bianca in carica può autorizzare il lancio di missili nucleari come risposta strategica in caso di attacco a sorpresa. Potrebbe utilizzarla come colpo di coda della sua amministrazione, anche per mettere in difficoltà subito il suo successore a pochissime ore dall’entrata in carica? Difficile al momento prevedere uno scenario così catastrofista.

Quello che è certo è che due mesi fa il New York Times sostenne che Trump volesse attaccare i principali siti nucleari iraniani e che fosse stato fermato da tutti i vertici politici e militari del suo governo. Gli avrebbero sconsigliato un’azione militare contro l’Iran perché avrebbe innescato una serie di reazioni incontrollabili e il rischio di un conflitto più ampio. Ora, se ci dovesse ripensare, il timore è che nessuno e nulla più lo fermerebbe in questo intento. Trump, con la sua valigetta, non ha più niente da perdere; gli Usa (e di rifletto il resto del mondo) ne avrebbero tantissimo.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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