Oltre all’Italia, anche altri Paesi hanno imposto l’obbligo del tampone per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina. Tra questi ci sono il Canada, gli Stati Uniti, la Francia, la Spagna e il Regno Unito. Pechino non ha apprezzato la scelta e ha avvertito che potrebbe prendere delle “contromisure” come ritorsione. “Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all’ingresso rivolte solo ai viaggiatori cinesi. Ciò non ha basi scientifiche ed è inaccettabile”, ha dichiarato Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri. Ha aggiunto che, sulla base del principio di reciprocità, la Cina potrebbe “prendere delle contromisure”.
Nonostante le proteste di Pechino, Élisabeth Borne, primo ministro francese, ha dichiarato che la Francia continuerà a sottoporre i viaggiatori provenienti dalla Cina al tampone obbligatorio. Nel corso di un’intervista con la radio France Info, la politica ha sottolineato l’importanza di questi test per la prevenzione e ha ribadito che non si fermeranno.
Secondo quanto riferito dal Financial Times, che cita funzionari della Commissione europea che hanno preferito restare anonimi, l’Unione europea avrebbe offerto gratuitamente alla Cina dei vaccini contro il Covid-19 per aiutarla a tenere sotto controllo le nuove infezioni. Questa iniziativa farebbe parte degli sforzi di Stella Kyriakides, la commissaria Ue alla Salute, per organizzare una risposta europea alla prospettiva di un’ondata di contagi. “La commissaria Kyriakides ha contattato le sue controparti cinesi per offrire solidarietà e sostegno, comprese expertise in materia di sanità pubblica e donazioni di vaccini dell’Ue adattati alle varianti“, ha dichiarato un funzionario. La Cina, secondo il giornale britannico, non avrebbe ancora risposto all’offerta.
L’Italia è stata la prima nazione europea a introdurre i tamponi obbligatori per i viaggiatori che arrivano dalla Cina. Il primo aeroporto ad applicare questa precauzione è stato quello di Malpensa, ma in seguito all’ordinanza del ministero della Salute anche gli altri scali del Paese si sono adeguati. Per entrare in Italia, chi arriva dalla Cina deve essersi sottoposto a test molecolare nelle 72 ore precedenti o a uno antigenico fatto 48 ore prima della partenza. Inoltre, al momento dell’arrivo in aeroporto (o, in caso di impossibilità, entro 48 ore) deve sottoporsi a un tampone antigenico. Chi risulta positivo deve fare anche un test molecolare per il sequenziamento e rispettare l’isolamento fiduciario (con test finale). Oltre all’Italia anche altri undici Paesi hanno adottato delle precauzioni simili: Canada, Stati Uniti, Francia, Spagna, Regno Unito, Australia, Israele, Giappone, Corea del Sud, India e Marocco.
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