Nonostante l’esercito afghano si sia arreso e sia andato in rotta in pochi giorni, in Afghanistan ci sono appelli alla resistenza e piccole sacche di opposizione al regime dei talebani. C’è una Provincia, in particolare, che i talebani non sono ancora riusciti a conquistare. È la valle del Panshir, ultimo bastione della resistenza contro i nuovi padroni del paese. Come 25 anni fa, ai tempi del comandante Massoud, la provincia del Nord Est è l’unica a non essere ancora caduta in mano agli insorti. Ahmad, figlio di Massoud, conosciuto come “il leone del Panshir“, che guidò la resistenza contro l’Unione Sovietica e ucciso nel 2001 da al-Qaeda ha lanciato in questi giorni un appello alla resistenza.
Nel Panshir sono confluite anche molte truppe dell’esercito regolare arresesi ai talebani e alcuni rappresentanti delle vecchie autorità. Tra cui Amrullah Saleh. Se il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani si è rifugiato negli Emirati arabi (seppur promettendo un rapido rientro), il suo vice Saleh ha raggiunto il Panshir.
E su Twitter ha rivendicato il suo ruolo istituzionale come legittima autorità dell’Afghanistan. In passato uomo di fiducia di Massud, irriducibile nemico dei talebani e del Pakistan, di fatto si è messo a capo dell’opposizione al regime degli “studenti coranici”.
“Mai, mai e in nessuna circostanza mi piegherò ai terroristi talebani“, era stato l’ultimo messaggio di Saleh prima di partire per la valle del Panshir, “mai tradirò la mia anima e l’eredità del mio eroe Ahmad Shah Massoud, il comandante, la leggenda e la guida. Mai sarò sotto lo stesso tetto con i talebani. Mai“.
Proteste spontanee si sono sviluppate in alcune città dell’Afghanistan. I talebani, nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi e le promesse di “moderazione”, hanno sparato sulla folla. Ad Asadabad hanno sparato contro la gente che sventolava la bandiera nazionale in occasione dell’anniversario dell’indipendenza. Secondo quanto riferito da Al-Jazeera ci sono almeno due morti e otto feriti.
A Jalalabad, dove già mercoledì le proteste erano state soffocate sparando in aria raffiche di pallottole, i manifestanti sono nuovamente scesi in piazza, andando però incontro alla repressione violenta dei talebani. Ci sarebbero almeno due feriti. I talebani, per impedire altre proteste spontanee, hanno imposto il coprifuoco.
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