Più di 45mila casi al giorno e oltre 200 decessi giornalieri. Sono questi i numeri della pandemia da Covid-19 nel Regno Unito. Per questo motivo, con l’aumento preoccupante anche per quanto riguarda la pressione sugli ospedali, Boris Johnson, premier britannico, starebbe valutando il cosiddetto “piano B“. Quindi, richiude il Paese, almeno parzialmente.
Ma non solo. Questo perché tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di imporre i passaporti vaccinali per accedere ad alcune attività, come locali affollati e grandi raduni al chiuso. Inoltre, nel Regno Unito si starebbe anche pensando a ricominciare ad utilizzare le mascherine in determinate situazioni. Nonostante il 68% della popolazione nel Regno Unito abbia ricevuto le due dosi di vaccino contro Covid-19, il Paese potrebbe quindi richiudere a causa dell’impennata dei contagi.
Secondo quanto riportato dall’Observer, la UK Health Security Agency avrebbe iniziato una consultazione con le amministrazioni locali sulla possibilità di una “immediata implementazione del piano per l’inverno“.In una nota “ufficiale e sensibile”, l’UKHSA ha affermato di volere urgentemente le opinioni deegli amministratori locali da fornire direttamente all’ufficio del gabinetto.
Anche il partito laburista britannico è favorevole a nuove misure restrittive nel Regno Unito. “Il Labour intende seguire il consiglio della comunità scientifica e del SAGE. Obbligo mascherine sui mezzi pubblici e all’interno dei negozi“. A dirlo alla BBC è Rachel Reeves, cancelliere dello Scacchiere dell’opposizione laburista. “La prima cosa che il Governo deve fare è far funzionare il piano A. Credo che dovremmo seguire la scienza“. E ha continuato: “L’esitazione e il ritardo del Governo nel reintrodurre le restrizioni sul Coronavirus rischia di causare problemi per il futuro“.
Il primo ministro Johnson al momento spera ancora in un’accelerazione del programma vaccinale anti Covid. Questo per non dover ricorrere a misure aggiuntive anti contagi nel Regno Unito. Un portavoce del Governo ha dichiarato: “Stiamo monitorando da vicino tutti i dati. Il primo ministro è stato chiaro dicendo che non ci sono segni che indicano come necessario il piano B, ma siamo pronti a intervenire per evitare un aumento dei ricoveri che eserciterebbe una pressione insostenibile sul servizio sanitario“.
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