MONDO

In Nuova Zelanda sono state trovate 3,2 tonnellate di cocaina nell’Oceano Pacifico

In Nuova Zelanda è stata fatta una scoperta alquanto ‘bizzarra’. La polizia, infatti, ha trovato nell’Oceano Pacifico 3,2 tonnellate di cocaina: la sostanza, come si vede da una foto dei servizi, era racchiusa in 81 balle, avvolte da reti e coperte da galleggiante gialli. “Si tratta del più grande ritrovamento di droghe illecite effettuato dalle agenzie neozelandesi”, ha dichiarato il commissario della polizia, Andrew Coster, che ha spiegato che probabilmente le balle di cocaina sono state gettate in un “punto di transito galleggiante” dell’Oceano, con il fine ultimo di essere successivamente raccolte e portate in Australia.

Bandiera Nuova Zelanda | Pixabay @OpenClipart-Vectors

Cosa sappiamo del ritrovamento

Secondo la polizia neozelandese, la quantità di cocaina ritrovata sarebbe sufficiente a rifornire il Paese per 30 anni. Il valore del ritrovamento sarebbe pari a 316 milioni di dollari, circa 295 milioni di euro. “Crediamo che fosse destinata all’Australia, dove sarebbe stata sufficiente per servire il mercato per un anno. È più di quanto la Nuova Zelanda consumerebbe in 30 anni”, ha dichiarato Coster. Su alcune balle di cocaina, viene riportato, c’era l’immagine di Batman: inoltre, le confezioni all’interno erano etichettate con la figura di un quadrifoglio. 

Stop drugs | Pixabay @rebcenter-moscow

Il traffico in Europa

Nella giornata di martedì 7 febbraio, Ylva Johansson, la commissaria europea agli Affari Interni, ha parlato del traffico di cocaina nell’Unione Europea. Durante una visita al porto fiammingo di Anversa, in Belgio, Johansson ha dichiarato: “Il traffico di cocaina nell’Ue è in crescita, stimato ad almeno 10 mld di euro, profitti che vanno direttamente ai gruppi criminali organizzati. I numeri sono estremamente preoccupanti”. Il porto di Anversa è considerato uno dei principali punti di ingresso della cocaina in Unione Europea: solo nel 2022, infatti, lì ne sono state sequestrate 110 tonnellate. Numeri che hanno superato le cifre registrate precedentemente nel vicino hub di Rotterdam, in Olanda. “Le conseguenze sono fin troppo chiare: in Svezia l’anno scorso ci sono stati 90 attacchi dinamitardi, 380 sparatorie con 61 morti. E c’è la droga dietro a tutto questo”, ha sottolineato la commissaria. Johansson, per questo, ha anche ricordato che sia in Belgio, che in altri Paesi europei, sempre più esponenti politici sono costretti a girare con la scorta a seguito delle minacce che ricevono dai gruppi criminali. “Mentre la violenza è brutale, le tattiche sono incredibilmente sofisticate. Oggi la minaccia che il crimine organizzato costituisce per la società è grande come quella del terrorismo”, ha concluso. Fatti e numeri che ci devono far riflettere, e prendere misure adeguate.

Lavinia Nocelli

Lavinia Nocelli è una fotogiornalista di Senigallia. Si occupa di salute mentale, migrazioni e conflitti sociali: ha realizzato reportage nei campi profughi di Calais e Dunkerque, in Romania, Ucraina e Albania, a bordo della Sea Watch e in Irlanda del Nord. Collabora con The Independent, Il Manifesto, Lifegate, TPI, InsideOver, Skytg24, e Good Morning Italia, tra gli altri

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