Tra i concorsi di bellezza più antichi del mondo, quello di Miss Francia è stato citato in giudizio da un gruppo di femministe per presunti requisiti discriminatori di ingresso. In effetti, per aspirare alla corona di Miss Francia, vi sono non pochi criteri di ammissione: e alcuni sono davvero strambi. Un esempio? Per partecipare, bisogna dimostrare di non essere sposata (e di non esserlo mai stata) e di non avere figli. La denuncia ha sollevato un vero e proprio polverone sul celeberrimo concorso di bellezza che dovrà rendere conto della sua politica discriminatoria.
Ma gli elementi che possono costare la squalifica alle aspiranti miss non finiscono qui. Non bisogna fumare, né avere tatuaggi, né extension ai capelli. Devono essere alte almeno 1.70 m, vestire una certa taglia e non subire grandi cambiamenti fisici dopo l’ammissione. La mancata osservanza delle regole potrebbe costare alla concorrente una multa di 5.000 euro, secondo i termini e le condizioni di Miss Francia. Mentre la missione del concorso è quella di trovare “la giovane donna più rappresentativa di bellezza ed eleganza“, i severissimi requisiti di registrazione limitano significativamente le possibilità di accesso a tutte le aspiranti miss non conformi ai canoni tradizionali.
La questione è arrivata davanti al Tribunale del Lavoro. La discriminazione nei confronti dei dipendenti sulla base del genere, dell’orientamento sessuale, della situazione familiare o delle caratteristiche genetiche è infatti severamente illegale in Francia. Sebbene le candidate alla corona di bellezza non firmino nessun contratto di lavoro con gli organizzatori del concorso, il loro rapporto con Endemol è assimilabile a quello tra un dipendente e il suo datore di lavoro. Lo afferma l’associazione Osez le féminisme, sottolineando che Codice del lavoro vieta qualsiasi criterio relativo a “morale, età, stato di famiglia o aspetto fisico“.
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