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Kirill, ritratto del patriarca “miliardario” e fedelissimo di Putin

Con lo Zar condivide il nome di battesimo e la città di nascita. Uno è Vladimir Putin, dal 2012 alla guida della Federazione Russa; l’altro è Vladimir Michajlovič Gundjaev, meglio conosciuto come Kirill (in italiano Cirillo I), classe 1946, 16esimo patriarca di Mosca e di tutte le Russie.

Entrambi originari dell’ex Leningrado, in Russia sono noti come “i due Vladimir di San Pietroburgo”. E, presto, potrebbero essere accomunati dallo stesso destino. Se i funzionari dell’Unione europea hanno già preso di mira i vertici del Cremlino, infatti, all’elenco delle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina potrebbe presto aggiungersi anche il capo della Chiesa ortodossa. Che, secondo le accuse degli oppositori, vanterebbe un patrimonio personale di circa quattro miliardi di dollari tra orologi, yacht e ville sul Mar Nero. Anche se tale circostanza è impossibile da verificare a fondo.

Kirill, dalla scalata al patriarcato ai rapporti tesi con il Vaticano

Il sesto pacchetto di sanzioni Ue, dunque, contiene delle misure anche nei confronti del patriarca Kirill che, secondo Bruxelles, “è responsabile del sostegno o dell’attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina. Inoltre, sostiene il governo russo e i decisori responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina”, si legge nel testo della misura riportato dall’Ansa.

Foto Wikimedia Commons | Rob Bogaerts / Anefo (CC0 1.0)

La Chiesa ortodossa, dal canto suo, si è affrettata a bollare come “un’assurdità” le voci sul presunto patrimonio miliardario del patriarca. Inoltre, ha fatto sapere che Cirillo I non si farà “intimidire” dalle sanzioni europee, ricordando che proviene da una famiglia di religiosi che per decenni ha subìto le repressioni dell’“ateismo militante comunista” senza però cedere.

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In realtà, questa versione sembra cozzare con altre ricostruzioni del passato di Kirill, che parlano di rapporti tutt’altro che difficili con le autorità sovietiche. Tanto da essere sospettato di aver perfino fatto parte del Kgb, dove “l’amico” Putin ha servito per ben 16 anni. Gundjaev, ai tempi dell’Urss, è quindi riuscito a scalare le gerarchie interne della Chiesa ortodossa fino a raggiungere il patriarcato nel 2009.

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A discapito dei buoni rapporti con il mondo cattolico, di recente Kirill è stato protagonista di uno “scontro” con Papa Francesco. Il pontefice, infatti, nel corso di un’intervista ha fatto allusioni ai cosiddetti “chierici di Stato”, scatenando la dura reazione della Chiesa ortodossa, che lo ha accusato di aver “travisato” la conversazione avuta con il patriarca durante un incontro virtuale del 16 marzo.

Foto Wikimedia Commons | Kremlin.ru (CC BY 4.0)

Resta però il fatto che Kirill non ha mai condannato l’invasione dell’Ucraina. Anzi: in un sermone nella Cattedrale dell’Arcangelo al Cremlino citato da Interfax, il patriarca ha sostenuto che “noi non vogliamo combattere nessuno. La Russia non ha mai attaccato nessuno. Sorprendentemente, un Paese grande e forte non ha mai attaccato nessuno, ha solo protetto i suoi confini. Dio conceda che il nostro Paese rimanga forte, potente e amato da Dio fino alla fine dei tempi”. Parole sufficienti, per la Commissione europea, per giustificare le sanzioni.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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