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I satelliti NASA scoprono un'”isola fantasma”, ecco dove si è formata

Questa singolare isola ha avuto una breve esistenza, ma durante il suo passaggio ha lasciato le sue tracce sui dati satellitari della NASA, la sua genesi è stata catturata dai satelliti Landsat 8 e 9, che hanno ripreso la formazione e la rapida scomparsa della lingua di terra

Nel cuore del Mar Caspio, al largo delle coste dell’Azerbaigian, è emersa e scomparsa un’isola in un tempo sorprendentemente breve, suscitando grande curiosità tra scienziati e appassionati di geologia. Un fenomeno geologico che ha catturato l’attenzione dei satelliti NASA, portando con sé innumerevoli interrogativi sul dinamico processo che ha dato origine a questa formazione temporanea di terra.

Dove si è formata l’isola fantasma

Questa singolare isola ha avuto una breve esistenza, ma durante il suo passaggio ha lasciato le sue tracce sui dati satellitari della NASA, che l’hanno documentata dal suo primo apparire fino alla sua completa erosione. La sua storia, che comincia all’inizio del 2023 è legata all’eruzione di un vulcano di fango, il Kumani Bank, situato a circa 25 chilometri dalla costa orientale dell’Azerbaigian.

Isola | pexels @Maximilian Orlowsky – Newsby.it

Un vulcano particolare, che non emette lava incandescente, ma un miscuglio di gas, acqua e sedimenti argillosi, dando vita a un processo geologico spettacolare e, in certi casi, pericoloso.

La genesi di quest’isola fantasma è stata catturata dai satelliti Landsat 8 e 9, che hanno ripreso la formazione e la rapida scomparsa della lingua di terra. L’eruzione del Kumani Bank ha creato una struttura che, inizialmente, ha avuto un diametro di circa 400 metri, visibile attraverso un pennacchio di sedimenti che si diffondeva nelle acque circostanti. Le immagini satellitari hanno documentato l’isola al suo apice nel febbraio 2023 e la sua erosione costante fino a quando non restava quasi più traccia della formazione originaria, se non un piccolo rilievo emerso dalle acque.

Il Kumani Bank

Questo fenomeno non è una novità nella regione. Il Kumani Bank, noto anche come Chigil-Deniz, è uno dei vulcani di fango più attivi al mondo, con una storia che risale al lontano 1861. Nel corso degli anni, numerose eruzioni hanno generato isole che sono scomparse altrettanto rapidamente, svelando l’instabilità e la forza dei processi geologici in atto sotto il Mar Caspio. La più potente di queste eruzioni, quella del 1950, aveva creato un’isola di 700 metri di larghezza.

Diversamente dai vulcani tradizionali, che eruttano magma incandescente, i vulcani di fango emettono una miscela di gas, acqua e sedimenti che risalgono dalle profondità terrestri, dove la pressione è tale da far emergere questi materiali verso la superficie. Il Kumani Bank si trova in una zona di convergenza tra le placche tettoniche araba ed eurasiatica, un’area geologicamente attiva dove la compressione delle placche genera le condizioni ideali per l’eruzione di questi vulcani di fango. Quando i fluidi sotterranei, ricchi di idrocarburi e metano, sono spinti verso la superficie, si formano coni di fango che possono dare vita a isole che appaiono, crescono e scompaiono in tempi sorprendentemente brevi.

Le eruzioni di fango possono generare fiamme alte centinaia di metri, a causa dei gas infiammabili che vengono liberati in superficie. Sebbene la maggior parte di queste eruzioni sia breve e non causino danni diretti, l’osservazione dei fenomeni attraverso tecnologie avanzate come i satelliti offre una visione unica su un aspetto nascosto della Terra.

Giuliana Presti

Laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università di Parma. Scrivo di cinema, cultura e attualità e amo la fotografia e la buona musica.

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