Breve sosta nei bombardamenti durante l’undicesima notte di guerra in Ucraina. Intanto aumenta la pressione russa sui civili in fuga. La diplomazia intensifica gli sforzi per far cessare le ostilità il prima possibile in attesa del terzo round di negoziati e del Consiglio di sicurezza Onu di domani, lunedì 7 marzo. Intanto, è fallita la tregua dichiarata ieri da Mosca: i media ucraini hanno riferito nelle ultime ore di spari contro i civili ed evacuazioni difficili a Bucha e Gostomel. Almeno tre persone sarebbero state uccise. Tra queste una volontaria che aveva appena consegnato cibo per gli sfollati.
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Le forze armate ucraine lanciano intanto un allarme sulla diga che serve la centrale idroelettrica di Kaniv, di cui i russi, dicono, vorrebbero assumere il controllo. Il sindaco di Mariupol parla di “situazione disperata” in città, dove mancano da giorni elettricità, acqua e riscaldamento. È anche difficile reperire forniture mediche e altri beni essenziali.
Il premier israeliano, Naftali Bennet, lancia una nuova offensiva diplomatica. Dopo le durissime parole di Putin che ha paragonato le sanzioni a una dichiarazione di guerra, Bennet ha violato lo Shabbat per volare a Mosca. Tre ore di colloquio nella prima visita di un leader straniero al Cremlino dopo l’attacco a Kiev. Poi una telefonata al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e a Macron, e un altro volo diretto stavolta a Berlino. Dopo un incontro con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il portavoce del governo tedesco afferma: “L’obiettivo comune resta quello di mettere fine alla guerra il prima possibile. Lavoreremo per questo”.
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Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, elogia le iniziative private volte a isolare la Russia per la guerra in Ucraina, come la decisione di Visa e Mastercard di sospendere le operazioni nel Paese. Il segretario di Stato, Antony Blinken, ieri in Polonia e Moldavia, sottolinea come “in tutti gli angoli del mondo, inclusa la Russia, la gente chiede la fine del brutale attacco della Russia all’Ucraina“.
Secondo la stampa Usa pressioni sarebbero in corso per condurre anche Venezuela e India a prendere le distanze dal Cremlino. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha affermato che la Cina si oppone ad ogni mossa che “getti benzina sul fuoco” in Ucraina e ha chiesto negoziati per risolvere la crisi e trattative per creare “un equilibrato meccanismo di sicurezza” europeo.
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