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Guantanamo 20 anni dopo: tra ingiustizia, torture e abusi

Istituita in una base militare americana a Cuba nel 2002 dall’amministrazione del presidente George W. Bush, la prigione di Guantanamo aveva lo scopo di privare i detenuti della “guerra al terrore” post-11 settembre dei diritti costituzionali di cui avrebbero goduto sul suolo statunitense.

La sua posizione – in un’enclave dell’isola caraibica di proprietà americana – ha confuso le acque sull’applicabilità del diritto internazionale e delle regole di guerra sul trattamento dei prigionieri. E nel corso degli anni, la prigione si è guadagnata la reputazione di luogo di abusi e ingiustizie al di fuori dello stato di diritto.

La prigione che nessun presidente ha mai chiuso

Tre degli ultimi quattro presidenti USA (Donald Trump è l’eccezione) hanno cercato di chiuderlo. Ma 20 anni dopo, è ancora lì, un’anomalia legale e un peso di piombo avvolto intorno alla reputazione globale dell’America.

Il presidente USA Joe Biden ha promesso di chiudere la struttura. Ma i rapporti sulla costruzione di una nuova aula giudiziaria segreta a Guantanamo hanno esacerbato le preoccupazioni sul fatto che l’amministrazione potrebbe non prendere sul serio la sua chiusura. Nel corso dell’ultimo anno c’è stato un solo trasferimento fuori dal carcere.
La struttura che un tempo ospitava quasi 800 detenuti ora contiene 39 prigionieri, di cui 13 già autorizzati al trasferimento.

Ora, nel 20° anniversario di Guantanamo Bay, i sostenitori affermano che la struttura di detenzione militare statunitense è il simbolo di due decenni di ingiustizia. E deve essere subito chiusa.

Guantanamo, le parole di un prigioniero: “ Un calvario disumano”

Mansoor Adayfi parla per esperienza personale quando afferma che Guantanamo rappresenta “20 anni di ingiustizie, torture, abusi, illegalità e oppressione”.

Adayfi ha trascorso più di 14 anni nella prigione, dove dice di aver subito torture, umiliazioni e abusi. Nativo yemenita, Adayfi stava conducendo ricerche in Afghanistan quando – all’età di 18 anni – è stato rapito da combattenti afgani. In seguito venne  consegnato alla CIA con l’accusa di essere un reclutatore di al-Qaeda.

Adayfi ha mantenuto la sua innocenza durante il calvario, che descrive come disumanizzante. È stato rilasciato nel 2016 in Serbia, dove continua a sostenere la chiusura di Guantanamo e garantire giustizia ai detenuti.

Guantanamo è una delle più grandi violazioni dei diritti umani del 21° secolo“, ha detto Adayfi, che lo scorso anno ha pubblicato un libro di memorie intitolato “Don’t Forget Us Here: Lost and Found at Guantanamo”.
Ed è anche abusante per il sistema giudiziario americano, per il popolo americano. Guantanamo non ha ottenuto giustizia per nessuno, né per le vittime dell’11 settembre, né per gli americani, né per i detenuti“.

Amnesty International USA: Guantanamo singifica impunità per la tortura

Daphne Eviatar, direttrice del programma Security with Human Rights di Amnesty International USA, ha affermato che il fatto che Guantanamo sia aperta da 20 anni è “di per sé un’eredità molto inquietante”.

Fino a quando gli USA non saranno disposti a chiudere la prigione, trasferire i detenuti in luoghi in cui i loro diritti umani saranno rispettati e riconoscere gli abusi accaduti a Guantanamo, l’eredità della prigione continuerà a essere uno dei flagranti abusi dei diritti umani, razzismo, islamofobia e impunità per la tortura“, ha detto Eviatar.

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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