Una delle tante drammatiche conseguenze della guerra è la crisi umanitaria dei civili in fuga dall’Ucraina. E mentre in molti Paesi europei sono già partite la macchina della solidarietà e dell’accoglienza, in Russia l’immigrazione diventa una “minaccia” per l’ordine pubblico.
Il Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, un organo consultivo a disposizione del presidente Vladimir Putin in materia di sicurezza nazionale, ha infatti suggerito un inasprimento delle politiche governative contro i migranti irregolari. Lo rende noto l’agenzia giornalistica Tass, che cita un resoconto dell’ultima seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza russo. L’organo ha infatti espresso preoccupazione per un possibile “utilizzo” dei migranti da parte delle intelligence straniere contro la Russia stessa.
Gli esperti che siedono nel Consiglio segnalano infatti dei tentativi da parte dei servizi segreti stranieri di sfruttare l’immigrazione clandestina per compiere azioni sovversive in Russia. In particolare minacce con finalità di terrorismo, simili a quelle dei ribelli ceceni nei primi anni Duemila.
I partecipanti alla riunione del Consiglio di sicurezza, si legge in una nota, hanno manifestano particolare preoccupazione per il rischio di infiltrazione dei flussi migratori da parte di soggetti che in passato hanno preso parte a combattimenti per conto di organizzazioni terroristiche.
Alla luce di ciò, i membri dell’ente governativo federale hanno sostenuto la necessità di “un potenziamento della resistenza contro l’immigrazione illegale”; il quale è visto come un obiettivo cruciale “per garantire la sicurezza pubblica e dello Stato” in Russia.
Da qui la proposta di “misure extra per sviluppare le politiche governative” per prevenire che “stranieri e apolidi siano coinvolte in attività terroristiche”. Le quali, come detto, avrebbero finalità sovversive portate avanti – secondo la vittimistica versione del Cremlino – dagli 007 occidentali.
Il Consiglio di sicurezza della Russia è composto da 12 membri permanenti. Tra questi troviamo il presidente Putin, il premier, i ministri di Interni, Difesa ed Esteri, rappresentanti parlamentari e vertici dei servizi segreti. Attorno a questi gravitano infine una ventina di membri temporanei, compresi i sindaci di Mosca e San Pietroburgo, rappresentanti dei circondari federali e membri degli staff.
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