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MONDO

Boris Johnson sempre più nella bufera per i party durante il lockdown

Boris Johnson sta affrontando intense pressioni da parte della politica affinché confessi pubblicamente di aver partecipato a una festa in giardino a Downing Street, infrangendo le regole del lockdown. Con diversi appartenenti all’opposizione che suggeriscono che il premier dovrebbe dimettersi qualora non avesse rispettato le regole.

La mail che accusa Boris Johnson

Il giorno in cui il segretario personale di Johnson, Martin Reynolds, ha inviato un’e-mail a più di 100 dipendenti per suggerire di bere nel giardino di Downing Street, un ministro di gabinetto stava dicendo al pubblico che potevano incontrare solo una persona al di fuori della loro famiglia in un luogo pubblico all’aperto, a 2 metri di distanza.

 

Il contenuto della mail, rivelato in esclusiva da ITV News riportava: “Ciao a tutti, dopo un periodo incredibilmente impegnativo abbiamo pensato che sarebbe bello approfittare del bel tempo e berci un bicchiere a distanza di sicurezza, stasera, nel giardino della residenza del primo ministro. Siete invitati a partire dalle 18, e portate con voi un po’ di alcol!”

Johnson ha rifiutato di dire se lui e la sua allora fidanzata, Carrie Symonds, hanno partecipato all’evento.

Ora il premier dovrà rispondere alle accuse

Non è la prima volta che Johnson e il suo staff vengono criticati per una presunta violazione delle restrizioni per la pandemia. A inizio dicembre era emerso che sia lo staff di Johnson sia quello di alcuni ministri avevano organizzato delle feste in ufficio in occasione del Natale del 2020, un altro periodo in cui il Regno Unito si trovava in lockdown.

Dei party si era a conoscenza almeno da metà dicembre, quando il Guardian pubblicò una foto che mostrava Johnson insieme a sua moglie e diversi membri del suo staff nel giardino della residenza del primo ministro. Nell’immagine si vedono alcune persone sedute sul prato, con una bottiglia di vino e del formaggio sul tavolo. Ai tempi, Johnson liquidò le polemiche spiegando che si trattava di un incontro di lavoro.

Per quanto incredibile la spiegazione possa sembrare, molti sono del parere che la stessa spiegazione non funzionerà in risposta alla mail rivelata. Non fosse che per il tono di Reynolds che parla in tono allegro di “approfittare del bel tempo”. Inoltre, anche se fossero stati socialmente distanti, l’enorme numero di persone coinvolte rappresenterebbe una chiara violazione delle regole sulla pandemia in vigore in quel momento.

I parlamentari conservatori avevano sperato dopo il nuovo anno che le polemiche si sarebbero placate. Ma le nuove rivelazioni potrebbero rivelarsi ancora più dannose, lasciando il primo ministro senza difesa per la propria violazione delle regole.

Il destino del primo ministro è ora nelle mani di Sue Gray, alto funzionario pubblico e, a detta di molti, dall’etica integerrima, incaricato di investigare sui party al num.10.

Parlamento, Johnson chiede scusa per l’incontro nel giardino di Downing Street

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Oggi, per la prima volta, Boris Johnson ha parlato durante una seduta al Parlamento in merito alle accuse dei party tenuti alla residenza durante il lockdown. L’atmosfera era quanto mai tesa in un momento che, come sottolineano i giornali inglesi, è forse il peggiore nella carriera politica del premier. Diversi esponenti dell’opposizione hanno preso parola chiedendo a gran voce le dimissioni del Primo Ministro.

Boris Johnson, dopo aver più volte sottolineato che sarà necessario aspettare la fine delle indagini condotte internamente, ha per la prima volta, ammesso la sua partecipazione alle feste di Downing Street.

Signor speaker, devo scusarmi” ha dichiarato il premier. “So che milioni di persone hanno fatto sacrifici negli ultimi 18 mesi e capisco la rabbia che provano per me dopo non aver potuto piangere i propri cari e vivere liberamente quando pensano che a Downing Street le persone che hanno fatto le regole non le hanno seguite“.

Tuttavia sono in molti a ritenere che le scuse del premier non siano sufficienti per permettergli di uscire dalla bufera mediatica inziata mesi fa.

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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