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Afghanistan, 60% degli sfollati sono bambini. La sfida Unicef nel Paese

È drammatica la situazione dei bambini in Afghanistan. Secondo i dati diffusi dall’Unocha, l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, circa il 60% degli sfollati sono infatti minorenni. Dall’inizio di maggio – scrive la Bbc – più di 400mila persone hanno dovuto lasciare la propria abitazione a seguito dell’intensificarsi dei combattimenti. In totale, gli afghani sfollati quest’anno sono quasi 550mila.

Alla già difficile condizione dei bimbi sfollati, bisogna sommare anche quella dei minori che hanno bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere. Secondo l’Unicef sono circa dieci milioni. Si stima inoltre che un milione di bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave quest’anno e, senza cure, rischiano di morire. In più, 4,2 milioni di giovani afgani non vanno a scuola. Fra questi ci sono 2,2 milioni di bambine.

Afghanistan, le parole di Fore

“Il lavoro da fare per i bambini nel paese è ancora molto – dichiara Henrietta Fore, direttrice generale dell’Unicef –. In milioni continueranno ad avere bisogno di servizi essenziali, fra cui assistenza sanitaria, vaccinazioni salvavita contro polio e morbillo, protezione, alloggio, acqua e servizi igienici. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi nell’accesso delle ragazze all’istruzione”.

La dg dell’agenzia Onu ritiene dunque “vitale che questi risultati vengano preservati e che continuino le azioni di advocacy affinché tutte le ragazze in Afghanistan ricevano un’istruzione di qualità. Al momento, l’Unicef sta espandendo i suoi programmi salvavita per i bambini e le donne anche attraverso la fornitura di servizi per la salute, la nutrizione e l’acqua alle famiglie sfollate. Speriamo di espandere queste operazioni in aree che prima non potevano essere raggiunte a causa delle insicurezze”.

L’appello dell’Unicef ai talebani

Infine, Fore si rivolge ai talebani, che hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan. “Esortiamo i talebani e altre parti ad assicurare che l’Unicef e i nostri partner umanitari abbia accesso sicuro, tempestivo e senza restrizioni per raggiungere i bambini che ne hanno bisogno ovunque si trovino. Inoltre, tutti gli operatori umanitari devono avere lo spazio di operare secondo i principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza”.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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