Nuova stangata per i pensionati italiani, questa volta in relazione al reddito con assegni sempre più bassi e pensioni più lontane.
Se negli anni l’Italia ha portato avanti il progetto di dare seguito e possibilità a tutti di uscire dal mercato del lavoro in modo anticipato, anche per favorire il ricircolo di personale soprattutto nel pubblico, oggi tutto questo conosce un grandissimo stop. Una questione complessa che non è data solo dalla Manovra che ha eliminato di fatto molti elementi utili, ponendo addirittura un bonus per chi sceglie di restare a lavoro, ma anche in termini economici complessivamente con una ripercussione a lungo termine.
Da un lato le pensioni vengono agevolate, dall’altra invece, soprattutto per i Millennials, sarà praticamente impossibile andare prima via dal lavoro. In media per l’uscita a 67 anni, quindi l’età pensionabile, servirà un reddito più basso di quello odierno, quindi 17 mila euro. Per chi invece però vorrà uscire anticipatamente, servirà una pensione ben più alta del 7%, ovvero un reddito di 46 mila euro, chiaramente per pochissimi.
Pensioni: perché gli assegni saranno più bassi e più lontani
Le nuove regole saranno attive per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996, quindi sostanzialmente coloro che andranno in pensione dal 2030, considerando però il conteggio con metodo contributivo. Secondo la Legge Fornero ci sono due vincoli, da un lato la possibilità di andare in pensione con quella di vecchiaia quindi a 67 anni e 20 di contributi, avendo un assegno di 1.5 volte rispetto a quello sociale minimo, oppure andare in pensione anticipata a 64 anni con 20 di contributi con un assegno di 2.8 volte superiore a quello sociale.

Per chi invece si è trovato in questi anni ad andare in pensione i vincoli erano meno, quindi le quote c’erano ma anche le agevolazioni. Di fatto queste scompariranno. Il governo ha predisposto anche un tetto della pensione di 5 volte la minima per limitare l’importo fino al raggiungimento dell’effettiva soglia di pensionamento. Come si può leggere nella relazione tecnica che spiega le motivazioni di queste decisioni, la questione è relativa alla sostenibilità delle finanze e del debito pubblico.
In sostanza non ci sono soldi sufficienti per garantire il pensionamento a tutti e i bonus obbligatori, soprattutto se anticipato e quindi bisogna correre ai ripari. Un lavoratore che riesce a guadagnare uno stipendio di 17 mila euro annui, potrà andare in pensione, la questione però è come e con quanto. La stima parla di un assegno di 500 euro, quindi sostanzialmente un tetto economico con cui vivere è praticamente impossibile.