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Bitcoin: “Un entusiasmo esagerato. E dopo ogni esagerazione, il ritorno è violento”

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Risale a più di dieci anni fa la nascita del bitcoin, una criptovaluta ideata da Satoshi Nakamoto, dietro la cui identità digitale non si è mai saputo chi si celasse. Questo nuovo sistema di pagamento fu utilizzato per la prima volta nel 2010, quando Laszlo Hanyecz utilizzò 10.000 BTC per pagare due pizze. Le pizze più costose di tutta la storia.

Un vero e proprio fenomeno economico che ha raggiunto l’apice del suo successo lo scorso aprile, quando il valore di un bitcoin ha superato i 64mila dollari.

Di bitcoin, con vantaggi e problematiche ad essi legati, abbiamo discusso con il prof. Lucio Lamberti in questo appuntamento di Pillole di Economia.

Il crollo del bitcoin

È bastato un tweet per inferire un duro colpo d’arresto alla più nota criptovaluta del momento. Stiamo parlando dell’improvviso cambio di rotta che ha visto protagonista Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX. È stato proprio nel preciso momento in cui l’imprenditore ha annunciato che per la casa automobilistica, leader nella produzione di veicoli elettrici, i tempi non sono ancora maturi per vendere le proprie vetture facendole pagare in criptovaluta che ha avuto luogo un vero e proprio tracollo sui mercati di circa il 40%.

È bastato un passo indietro da parte di Tesla per dare la sensazione che forse non era così maturo l’utilizzo del bitcoin”, ci spiega il docente di Economia dell’Università San Raffaele. “Le grandi imprese fanno sempre quello che gli pare. Accanto a Tesla, c’è stato anche l’annuncio da parte della Cina di una serie di provvedimenti restrittivi verso l’utilizzo di questa valuta”.

Oggi siamo davanti a due forze contrastanti: da una parte una voglia di libertà di pagamento non controllata e dall’altra parte ci sono le autorità centrali che introduco misure sempre più repressive sulle valute tradizionali”, continua il Prof. Lamberti.

Tornare a investire in materie prime

Da sempre considerato una sorta di “oro digitale”, l’investimento in bitcoin è spesso paragonato all’investimento aureo. L’economista ci spiega come in realtà esistano due livelli di rischio differenti e quanto lontani risultino gli scenari in questo momento: “La criptovaluta, al contrario dell’oro, al momento non ha un valore intrinseco, qualcosa di utilizzabile nella vita quotidiana. Che agli investimenti in bitcoin si stia tornando a puntare sull’oro è evidente dal fatto che il crollo del valore della criptovaluta corrisponda alla risalita dell’oro”.

Insieme all’oro a crescere è il valore delle materie prime, che in questo momento andrebbero a sostituire l’incertezza del bitcoin.

Il bitcoin ha creato sin dall’inizio un entusiasmo esagerato. Oggi c’è una maggiore consapevolezza dei rischi legati alla possibilità che siano le stesse autorità centrali a sgonfiare questo fenomeno rivendicandone il controllo”.

Lucio Lamberti e Rossana Quarato

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