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Acqua frizzante, crisi Co2: “Pensavamo durasse un mese, ora non vediamo la luce”

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Ho lanciato l’allarme di mancanza di Co2 non solo in Italia, ma in tutta Europa. Per noi comporta che il 30% della produzione di acqua frizzante non la possiamo fare, per cui dobbiamo fermare delle linee. Oggi il 30% delle nostre linee sono completamente ferme“. Così Alberto Bertone, patron di Fonti di Vinadio che produce l’Acqua Sant’Anna.

Anidride carbonica: un’emergenza peggiorata nel corso delle settimane

Un mese fa Bertone aveva lanciato l’allarme che saremmo rimasti senza acqua frizzante, e così è stato. “Si tratta del 30% del nostro fatturato, quindi per noi è molto importante. Prima si pensava solo a un mese – ha ammesso –, adesso non vediamo la luce. Speriamo che in settembre ritorni tutto normale. In giro per l’Europa c’era ancora qualche camion, ma nell’ultimo mese non abbiamo più trovato assolutamente nulla“.

Quindi il patron della Sant’Anna di Vinadio ha ricordato quale sia concretamente il problema. “Manca la Co2 perché i costi dell’energia sono talmente aumentati che non conviene più produrla, i produttori non vendono sottocosto – ha spiegato –. Prima costava circa 2 mila euro a tonnellata, oggi siamo arrivati a 20 mila. A questi prezzi andremmo anche noi sottocosto e dovrebbe esserci un rialzo del prezzo dell’acqua frizzante sul mercato“.

Acqua frizzante: i rischi, le speranze e le richieste dei produttori

L’auspicio di Bertone è che lo stallo non duri più di qualche ulteriore settimana: “Questa situazione speriamo che torni alla normalità il prima possibile. Penso a settembre, perché i produttori di Co2 ripartiranno. Dipende dai vari produttori, perché ognuno di loro la estrae in modo diverso“. Quindi ha elencato i modi per produrre la Co2 che finisce nell’acqua frizzante: “C’è chi lo fa sottoterra, chi la ricava dall’agricoltura e chi captandola in aria. Questo rende diversi i costi di ognuno di loro, nonostante il prodotto sia sempre lo stesso e sia destinato all’industria alimentare“.

In conclusione, un auspicio. “Bisognerebbe cercare di bloccare i costi energetici, mettendo un tetto. È necessario tornare al 2019, in modo che i costi energetici siano abbordabili“, ha affermato Bertone. Esprimendo una necessità che riguarda chi produce la Co2 alimentare, ma anche chi ci fornisce le bottiglie di acqua frizzante che poi finiscono sulle nostre tavole.

Sara Iacomussi

Classe 1992, da ottobre 2018 è la corrispondente da Torino per importanti editori in veste di videogiornalista. Formata al Master in Giornalismo Giorgio Bocca, è professionista dal 2017

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