Con il passaggio della Campania in zona gialla, da oggi, lunedì 17 gennaio 2022, non c’è più nessuna regione italiana in zona bianca. Il colore dominante sulla cartina è il giallo, ma non manca un po’ di arancione. Oltre a Sicilia e Sardegna, ora anche la Valle d’Aosta è entrata nella fascia maggiormente restrittiva. Entro fine gennaio anche altre regioni potrebbero seguire il suo esempio: dopotutto i numeri dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari stanno continuando a salire in molti territori.
Ci sono tre fattori da prendere in considerazione per capire quali regioni rischiano il passaggio dalla zona gialla a quella arancione. Il primo è l’incidenza settimanale dei contagi: per evitare il cambio di colore non deve superare la soglia dei 150 contagi ogni centomila abitanti. Il secondo è l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive da parte dei pazienti Covid, che non deve superare il 20%. Infine, l’ultimo parametro da prendere in considerazione è l’occupazione delle are mediche. Quest’ultima rappresenta un fattore di rischio per la zona arancione quando supera il 30%. Affinché il cambio di colore diventi effettivo, questi tre parametri devono essere raggiunti o superati contemporaneamente.
Tra le regioni vicine alla soglia critica c’è il Piemonte, dove le terapie intensive sono al 23%, mentre i reparti ordinari sono al 28%. L’incidenza è a 1381,68 casi. Anche il Friuli-Venezia Giulia è al limite: anche qui le terapie intensive sono al 23%, mentre le aree mediche hanno raggiunto il 29%. L’incidenza è a 1204,98 casi ogni 100mila abitanti. In Calabria è soprattutto la situazione dei reparti ordinari a far preoccupare: sono occupati al 39%. Nella regione, dove l’incidenza è di 499,84 casi, non è ancora scattata la zona arancione solo perché le terapie intensive sono al 17%. Situazione quasi analoga in Lombardia, dove c’è la stessa percentuale di occupazione della terapie intensive. Le aree mediche, invece, sono al 33% e l’incidenza ha raggiunto i 1441,35 casi su centomila abitanti.
Anche in Liguria l’occupazione dei reparti ordinari (39%) è maggiore di quella delle terapie intensive (18%). L’incidenza è di 1524,34 casi. Nelle Marche le terapie intensive (23%) e l’incidenza (842,46) hanno superato la soglia critica, mentre l’occupazione delle aree mediche è al 26%. Altri territori in cui le terapie intensive hanno superato la soglia critica sono la Toscana (22%), l’Abruzzo (20%), il Lazio (22%) e la provincia autonoma di Trento (28%).
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