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“Rispetto a quanto accaduto ad agosto, per l’aiuto fornito a Elena Altamira, non ho ricevuto alcuna comunicazione sull’eventuale rinvio a giudizio. Sono stato interrogato ma a oggi non mi è stata comunicata alcuna decisione dal tribunale di Milano”. Queste le parole di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, poco prima di autodenunciarsi ai carabinieri della compagnia Duomo a Milano per l’aiuto fornito a Romano, 82enne morto ieri in Svizzera con suicidio assistito.
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“La sentenza Cappato prevede che non è punibile l’aiuto al suicidio quando la persona è in possesso di requisiti ben precisi. Il quarto requisito, che è il requisito di sostegno vitale, purtroppo Romano non lo aveva”. Queste le parole di Filomena Gallo, avvocato e Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, poco prima che Marco Cappato si autodenunciasse per l’aiuto fornito a Romano, 82enne morto ieri in Svizzera con suicidio assistito. “Nel 2019 la Corte Costituzionale ha sollevato un dubbio di legittimità costituzionale, emanando una sentenza che rende lecito l’aiuto solo a determinate condizioni. Ma quelle condizioni corrispondono a quelle che erano le condizioni di Dj Fabo. Restano esclusi molti malati che sono discriminati ed esclusi dalla possibilità di esercitare il diritto all’autodeterminazione”.
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