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CRONACA

Pranzo di Natale, il 10% degli italiani lo trascorrerà in solitudine

Con l’arrivo della variante Omicron, il sospirato ritorno alla normalità è ancora lontano. Anche quest’anno, si prospetta un Natale decisamente sobrio, con tavoli ben distanziati, mascherine tra una portata e l’altra, corsa al tampone della vigilia e timore per la rapida crescita dei contagi. Secondo un’indagine condotta dal CNA Agroalimentare, il 10% degli italiani non festeggerà per nulla. Si tratta di una cifra insolitamente alta rispetto agli anni passati. Sindrome del Grinch? Difficile a dirsi con certezza, ma la causa sembra piuttosto essere la paura del contagio.

Festeggiare il Natale in tempo di pandemia

Tra chi è a caccia di tamponi per riunirsi serenamente con i propri cari per Natale, a chi è costretto a esibire il green pass per sedere a tavola della nonna, come succede a Palau, il Natale al tempo della pandemia pone nuove incognite sull’andamento dei contagi durante le feste. Ma, nonostante timori e dubbi, la maggior parte degli italiani non ha intenzione di rinunciare al tradizionale pranzo di Natale, che batte il cenone della Vigilia. Oltre il 52% degli italiani opta, infatti, per un pranzo con le persone care nel giorno di Natale. Mentre soltanto il 38% imbandirà anche il cenone della Vigilia, preferibilmente di magro.

Il pranzo di Natale batte il cenone della Vigilia

A preferire il pranzo sono le donne (53 per cento contro il 41 per cento segnato dagli uomini), i più giovani (la fascia tra i 18 e i 34 anni) e i residenti al Nord. A questi dati, si aggiunge il 66 per cento degli abitanti del Triveneto e il 57 dei residenti nelle aree dell’ex triangolo industriale. Viceversa, il cenone è più gradito dagli uomini (40 per cento a fronte del 35 per cento di donne), dalla fascia di età tra i 35 e i 54 anni, e dai residenti al Sud (52 per cento) nelle Isole maggiori (47 per cento) e nel Centro Italia (44 per cento).

Linda Pedraglio

Sono nata e cresciuta in un piccolo paese vicino al lago di Como, ma, fra studio e lavoro, ho avuto modo di vivere città diverse: l’Erasmus a Helsinki, gli anni dell’università a Milano, il corso di giornalismo a Firenze. Sogno una piccola casa sul lago, piena di libri, che sono il mio affaccio sul mondo, e un foglio bianco per raccontare quello che osservo. Il mio romanzo del cuore è Anna Karenina. Mi occupo principalmente di libri, arte e cultura.

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