I lettori più affezionati se ne saranno accorti. I siti de La Stampa, la Repubblica e altre testate del gruppo Gedi non sono aggiornati da mezzanotte. Domani torneranno attivi, ma i rispettivi giornali non saranno in edicola. Il motivo? Sciopero generale. Le giornaliste e i giornalisti hanno deciso di protestare contro un’importante decisione presa dall’azienda.
La risposta delle giornaliste e dei giornalisti arriva dopo le parole dell’amministratore delegato Maurizio Scanavino durante l’incontro con il coordinamento dei Comitati di redazione (cioè i sindacati interni dei giornalisti). Mercoledì l’ente si è sentito rispondere che l’azienda, controllata da Exor degli Agnelli-Elkann, “valuta proposte di vendita di singole testate o gruppi di esse”. E che un “perimetro” di “intoccabili”, in buona sostanza, non esiste più.
Con queste dichiarazioni, è da intendersi che a finire sul mercato può essere qualsiasi testata facente parte del gruppo Gedi. Per esempio la Repubblica e La Stampa, i due “pezzi grossi” della società. Scanavino ha inoltre confermato alla presenza dei Comitati di redazione che sono in corso contatti con gruppi interessati all’acquisizione delle storiche testate del Nordest.
Per la precisione: il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto, la Gazzetta di Mantova e Il Piccolo. Il ragionamento, però, può essere esteso anche ai due giornali più importanti del gruppo. Ma anche ad altri di altrettanto rilievo: Il Secolo XIX, la Provincia Pavese, la Sentinella del Canavese, Huffington Post e le radio del gruppo Gedi.
Per tutta la giornata di venerdì 17 febbraio, a partire da mezzanotte, ogni testata del gruppo Gedi non produrrà alcun contenuto sui propri siti, che dunque non saranno aggiornati. Domani, sabato 18 febbraio, i siti web riprenderanno la loro normale attività ma i giornali non usciranno nelle edicole e nei formati digitali. Lo stato di agitazione durerà fino a domenica 19 febbraio, giorno in cui siti e giornali riprenderanno a pieno regime. La volontà delle giornaliste e dei giornalisti delle testate del gruppo Gedi – si legge nei comunicati sparsi sui siti dei vari giornali di riferimento – è lanciare un forte messaggio.
Lo sciopero vuole dire “no” alle intenzioni del gruppo Gedi, che “dalla sera alla mattina ha già venduto in tre anni testate storiche come la Nuova Sardegna e Il Tirreno, le Gazzette, La Nuova Ferrara, L’Espresso e chiuso Micromega”. Forte la condivisione da parte delle Rsu delle preoccupazioni delle testate: sul piano occupazionale e su quello editoriale, in entrambi casi incerto con l’apertura al mercato fatta “con tanta leggerezza, con una logica puramente imprenditoriale che non possiamo accettare”.
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