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La pioggia non ferma la rabbia dei ristoratori, gestori di pub e bar di Milano e provincia che si sono dati appuntamento a pochi passi dalla Prefettura per manifestare la loro rabbia contro il nuovo decreto del governo che impone loro la chiusura alle 18. Con loro bandiere tricolore e striscioni con le scritte ‘Servono fatti non decreti’, ‘Falliamo noi fallite voi’ e ‘No tasse più aiuti concreti’. “Non è un lockdown, ma è quasi peggio. Perché ci sarà un mercato parallelo di abusivismo e la gente potrà andare a comprare alimentari e alcolici e poi consumarli in una piazza o in un parco”, le parole di Alfredo Zini, ristoratore promotore della protesta a Milano e di altri manifestanti presenti. “Chiediamo un allineamento del nuovo dpcm con l’ordinanza della Regione Lombardia“, aggiunge Zini.
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È durato poi poco più di mezz’ora l’incontro tra una delegazione di ristoratori, in protesta contro il nuovo dpcm, e il prefetto di Milano, Renato Saccone, che ha ascoltato le loro istanze. “Il prefetto ha recepito le nostre richieste e ha detto che già dalle prossime ore, immediatamente, le avrebbe mandate a Roma, alla Presidenza del Consiglio“, ha spiegato Alfredo Zini, ristoratore e anima della protesta milanese. “Trova che le nostre richieste siano concrete ed eque e che sicuramente rappresentano degli spunti affinché i prossimi provvedimenti possano tenere conto di queste nostre idee”.
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