“Da figlia di partigiani questa mostra è una vergogna“, dice Tiziana Pesce, figlia del partigiano Medaglia d’Oro al valor militare Giovanni Pesce, a cui proprio la città di Milano (dove la donna risiede) ha intitolato una piazza. La madre, invece, era Onorina Brambilla, ufficiale di collegamento partigiana e sindacalista. Oggi, 9 settembre, Tiziana Pesce ha preso parte al flash mob di protesta organizzato da Rifondazione Comunista tra via Dante e via Rovello, per contestare la mostra “Eyes of Mariupol“, allestita dal Comune di Milano proprio in via Dante. Un’esibizione che celebra gli “eroi di guerra ucraini“, caduti per la difesa della città di Mariupol. Le polemiche sono presto scoppiate per il fatto che, nei pannelli, compaiono i volti di alcuni militanti neonazisti del battaglione “Azov”, gruppo ultranazionalista ucraino più volte accusato dall’Onu di crimini di guerra e torture in Donbass.
“Questa mostra patrocinata dal Comune di Milano è la riprova che la classe dirigente, sia di centrodestra che di centrosinistra, vuole una società assoggettata alle politiche fasciste e guerrafondaie della Nato e dell’Occidente. Noi non lo accettiamo. Sala? Il suo e quello del Pd è un antifascismo di ‘restyling’“. Questo il commento della coordinatrice nazionale di Potere al Popolo Bianca Tedone, che ha preso parte al flash mob di protesta organizzato da Rifondazione Comunista tra via Dante e via Rovello per contestare la mostra “Eyes of Mariupol“.
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