CRONACA

Milano, caos tamponi: tensione davanti ai cancelli del San Carlo

Nove, dieci, undici ore in attesa, in fila per i tamponi, per poi vedersi chiudere i cancelli davanti agli occhi prima di riuscirci. È quanto accaduto all’Ospedale San Carlo di Milano, dove un malfunzionamento del sistema informatico ha prima rallentato e poi bloccato il flusso dei pazienti in coda per verificare la positività o meno al Covid-19. Il problema è che alcuni di loro hanno scoperto il disservizio praticamente all’orario di chiusura, dopo ore trascorse in coda e un’intera giornata buttata al vento.

San Carlo, attimi di tensione fra gente in coda e personale sanitario

Si sono vissuti, dunque, attimi di inevitabile tensione fra la gente in coda e i referenti del personale sanitario del nosocomio milanese, come riportato dal portale LocalTeam. I pazienti, in particolare, lamentavano comunicazioni inesistenti da parte dei sanitari, chiedendo per quale motivo, viste le difficoltà tecniche, non avessero già invitato i primi a rivolgersi altrove.

Il personale invitava invece i pazienti a informarsi sul sito. Controllando sul portale dell’Asst Santi Paolo e Carlo e sui rispettivi canali social, però, non sembra esserci stata segnalazione pubblica del disservizio, almeno a livello di web.

La testimonianza di un paziente in coda: “La colpa è del governo”

L’episodio di ieri è la riprova di un tracciamento dei contagi sempre più complesso, caotico. E non è nemmeno una notizia dell’ultima ora, visto che proprio qui su Newsby avevamo riportato testimonianze dirette di code chilometriche per fare un tampone.

Il punto di vista dei pazienti è sempre più critico. “Credo che questa confusione che stiamo vivendo, almeno a Milano, sia dovuta alle false certezze che il governo ha dato riguardo ai vaccinati e al Green pass – ha dichiarato, ai microfoni di LocalTeam, una delle persone in coda al San Carlo -. A Milano, negli ultimi giorni, tra feste aziendali e shopping natalizio – incentivato dal governo stesso – c’era in giro un sacco di gente. Che si è rivelata, dopo il tampone, positiva”.

L’uomo ha poi raccontato di aver atteso vanamente per diverse ore, fino ad arrendersi all’orario di chiusura dei cancelli. “La mia esperienza? Finora sono riuscito solo a fare un tampone fai-da-te – ha detto -. La medicina di base è allo sbando, la guardia medica è oberata di lavoro e non riesce a rispondere alle esigenze di tutti”.

Federfarma Lombardia: “Gente abbandonata a se stessa, servono regole certe”

La pressione sugli hub dedicati ai tamponi, siano essi in una struttura ospedaliera o in farmacia, è dunque sempre più forte. Il rischio concreto è che si perda il controllo della situazione e che si acuiscano le tensioni fra pazienti e personale sanitario.

Timori ribaditi da Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia: “Ci sono code nelle farmacie, ma anche in tutti i drive through degli ospedali – ha dichiarato ad AdnKronos Salute -. La richiesta di tamponi è aumentata tantissimo. La gente è un po’ sbandata e abbandonata a se stessa“.

“Ne ho viste tante in tanti anni di lavoro, ma questo è davvero un periodo di pandemia mondiale, basta vedere anche quello che succede in Francia o negli Usa – ha aggiunto Racca -. Come alleggerire questa pressione sul sistema tamponi? Ci devono essere delle regole certe per le persone. Vedremo se le nuove disposizioni governative che potrebbero arrivare nelle prossime ore le daranno”.

Redazione

La redazione di newsby è composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale, con presidi su Roma, Milano, Torino, Napoli e, all’estero, a Bruxelles/Strasburgo per i lavori del Parlamento Europeo.

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