
Foto | Danilo Schiavella/ANSA - Newsby.it
È morto il ragazzino di 13 anni accoltellato lo scorso 16 maggio in viale Vittorio Veneto a Milano. Dopo due settimane esatte di agonia trascorse in ospedale, il giovane non è riuscito a sopravvivere alle gravi ferite riportate durante l’aggressione avvenuta il 16 maggio. Ricoverato presso l’ospedale Fatebenefratelli, il ragazzo ha lottato per la sua vita, ma le ferite si sono rivelate fatali. L’aggressore, un pusher cubano di 27 anni, era stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio e ora si trova di fronte a un’accusa di omicidio volontario, dopo che il pubblico ministero Francesca Crupi ha annunciato il cambiamento della sua accusa iniziale di tentato omicidio. Ora l’accusa contestata dalla pm diventerà quella di omicidio volontario.
La dinamica dell’aggressione avvenuta a Milano
La vicenda ha avuto inizio nel pomeriggio del 16 maggio, quando il 13enne, accompagnato da un amico di 19 anni, si è recato da un noto spacciatore per acquistare sostanze stupefacenti. L’amico, inizialmente evasivo riguardo alla sua identità, ha poi confermato di aver accompagnato il ragazzo all’incontro con il pusher. Il 13enne era stato portato in auto al pronto soccorso dall’amico 19enne. All’arrivo in ospedale, il giovane presentava una profonda ferita al costato destro, e il suo cane rottweiler, anch’esso ferito, è morto poco dopo.
L’arresto dell’aggressore
Il giorno successivo all’episodio, l’aggressore è stato identificato e arrestato. A incastrarlo è stata una ferita alla mano destra, che corrispondeva alla dinamica dell’aggressione. Durante l’interrogatorio, il cubano ha restituito i vestiti indossati al momento del crimine e dell’aggressione arrivata al culmine di una lite, elementi che hanno contribuito a confermare la sua responsabilità. La giudice per le indagini preliminari (gip) di Milano, Tiziana Landoni, aveva convalidato il fermo e disposto la misura cautelare della detenzione in carcere per il sospettato.
Le reazioni della comunità
Questa tragica vicenda ha suscitato un’ondata di indignazione nella comunità milanese, mettendo in luce il problema dello spaccio di droga tra i giovani e i rischi ad esso associati. Le autorità locali stanno ora intensificando le misure di sicurezza e vigilanza nella zona, cercando di prevenire simili episodi violenti. La famiglia del ragazzo ha espresso il proprio dolore e la propria angoscia, chiedendo giustizia per quanto accaduto.
La morte di questo giovane rappresenta un triste promemoria della necessità di affrontare seriamente il problema della violenza e dello spaccio di droga nelle nostre città, affinché episodi del genere non si ripetano in futuro.