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Milano dopo il coprifuoco: in piazza il mondo della scuola e del lavoro

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Milano si risveglia dopo la prima notte di coprifuoco all’insegna di diverse proteste e manifestazioni di dissenso nel centro cittadino. A partire dal mondo della scuola. Non si fermano infatti le polemiche sulla didattica a distanza in Lombardia, e a poche ore dall’entrata in vigore dell’ordinanza regionale che la dispone per tutti gli istituti superiori, in piazza scendono gli studenti. “Senza scuola non c’è futuro“, grida un gruppo di liceali fuori da Palazzo Marino.

Non solo scuola: le proteste a Milano

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A poche manciate di metri di distanza, è invece il mondo dell’occupazione a far sentire la propria rabbia per le strade di Milano. Uscire dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo per garantire lavoro stabile e tutelato, per aumentare salari, redditi, diritti e welfare. Queste le tematiche che hanno accompagnato lo sciopero generale indetto dalla Cub, Confederazione Unitaria di Base.

Lavoratori del mondo della sanità, dei trasporti, dell’immigrazione e dello spettacolo si sono ritrovati in Largo Cairoli prima di muoversi verso Piazza del Duomo a Milano. A esprimere i motivi di profondo malcontento dei manifestanti arrivano le testimonianze di Rocco Lamanna, segreteria nazionale Cub, e Aldo Pignataro, Cub Trasporti.

Lavoratori Cub sul piede di guerra

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Portavoce del sindacato dei lavoratori Cub è Hazal Koyuncuer, che parla così nel corso della protesta a pochi passi dal Duomo di Milano: “Negli ospedali l’accoglienza dei pazienti non è fatta in modo consono. Noi non pagheremo con i nostri posti di lavoro, perché le istituzioni non riescono a fronteggiare questo virus. Il presidente di Confindustria, Bonomi, chiede la cessazione della Cig. Si sieda invece al tavolo con noi lavoratori. Oggi scioperiamo per questo“.

Poche risorse, gravi carenze di organico, salari disumani. Il signor Bonomi propone di privatizzare tutti gli ospedali, che vengono pagati con i soldi dei lavoratori e delle lavoratrici. Noi ci siamo fermati, e finché il governo non ci ascolterà continueremo a scioperare“, spiegano i lavoratori scesi in piazza a Milano.

Francesca Del Vecchio

“Che altro avresti potuto fare?”. È la frase che mi ripetono tutti quelli che mi conoscono. Io, che sono ottimista, penso che intendano che sono nata per questo lavoro. La mia indole è un po’ vintage: se potessi, girerei dappertutto con penna e taccuino. Ma ho imparato a raccontare la realtà anche con strumenti più aggiornati: così è nata la mia passione per il giornalismo digitale. Sono coordinatrice di desk video per importanti editori nazionali, ma il mio primo amore è il mondo arabo, di cui scrivo quando posso (insomma: quelle poche volte che le giornate hanno 48 ore)

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