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“La app Immuni blocca le catene di trasmissione se riesce a identificare i contatti. L’efficienza dipende in maniera drammatica dal numero di persone che la scaricano. Supponiamo che in una situazione come questa tutti scaricassimo l’app. Immuni genererebbe su 30 mila casi 400 mila allarmi al giorno. Una situazione assolutamente ingestibile”. Così Andrea Crisanti, docente di microbiologia dell’Università di Padova, in audizione in commissione Igiene e Sanità del Senato. “L’app ha una soglia di efficienza che è legata al sistema che è a valle”, ha aggiunto.
La app Immuni è stata al centro di diverse polemiche negli ultimi mesi. La sua funzionalità è stata messa in dubbio e pesantemente criticata da molte persone. Tra questi, c’è anche il segretario della Lega, Matteo Salvini; il quale ha espresso in diverse circostanze profondo scetticismo e “preoccupazione sulla riservatezza dei dati e sulla sicurezza di questa app. Io fino a che non ci vedo chiaro, non la scarico”. Lo scorso 13 ottobre aveva poi motivato, rispondendo alla domanda di un giornalista, che non scaricava Immuni “perché poi mia figlia quando gioca col telefonino me lo incasina, quindi meno roba c’è meglio è”. Anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha sempre dichiarato di non volerla scaricare.
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