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Coronavirus, i volontari di Sant’Egidio restano con gli anziani grazie alle videochiamate

Quasi un caso quello che ha permesso a Irene Villa, diciottenne volontaria della Comunità di Sant’Egidio, di non perdere il contatto con l’anziano che seguiva in un istituto di Roma prima dell’isolamento dovuto al coronavirus. “La videochiamata è stata una fortuna perché avevo regalato il mio telefono vecchio a un anziano poco prima della quarantena“, racconta.

I volontari, proprio come Irene, hanno continuato a mantenere i rapporti con gli ospiti degli istituti, tenendo loro compagnia con videochiamate quotidiane. L’isolamento per il Covid-19 ha anche dato vita al progetto #salviamoinostrianziani, nato per attirare l’attenzione sulle difficoltà che vivono gli ospiti degli istituti.

L’assistenza agli anziani ai tempi del coronavirus

Le restrizioni imposte dal governo per cercare di arginare la diffusione della pandemia di coronavirus hanno colpito tutti: dai giovani agli anziani. Sono proprio questi ultimi, però, a trovarsi, spesso, in condizioni di maggiore difficoltà, ed è per questo motivo che i volontari della comunità di Sant’Egidio fanno di tutto per cercare di farli sentire meno soli. “Faccio volontariato con Sant’Egidio da tre anni ormai e ho iniziato con gli anziani in questo istituto di Roma. Ora che c’è il coronavirus abbiamo incontrato qualche difficoltà in più perché non tutti gli anziani hanno un telefono o magari riescono a utilizzarlo – racconta ancora Irene -. Però con quelli che invece ne hanno uno cerchiamo di rimanere in contatto e di sentirli anche quasi quotidianamente. La videochiamata è stata una fortuna perché avevo regalato il mio telefono vecchio a uno degli anziani della struttura poco prima che iniziasse la quarantena”.

L’hashtag #salviamoinostrianziani e la Comunità di Sant’Egidio

Per sensibilizzare le persone sulla complessa situazione di molti anziani che si trovano in difficoltà, sui social è stato lanciato l’hashtag #salviamoinostrianziani. “L’iniziativa è nata per cercare di sensibilizzare le persone in questa situazione. Abbiamo cercato di prendere la palla al balzo perché, nonostante lavoriamo con gli anziani da diversi anni, ci siamo accorti come in questo momento la loro condizione stia peggiorando. Sia dal punto di vista sanitario, che nella quotidianità, stanno riscontrando difficoltà e noi che viviamo l’amicizia con loro siamo un po’ spaventati“, spiega Irene.

Non per tutti gli ospiti della Comunità, però, la quarantena ha rappresentato uno stravolgimento della propria condizione. Diversi anziani, infatti, vivono già all’interno della struttura e non hanno molti contatti con l’esterno. “La maggior parte degli anziani che seguiamo sono persone che vivevano chiusi in istituto già prima della quarantena e solo per alcuni la situazione rappresenta un cambiamento. Alcuni di loro escono, vanno a camminare e sono autonomi, mentre per altri la situazione non è cambiata molto anche perché non tutti hanno una famiglia che possa venirli a trovare. Forse ciò che abbiamo avvertito di più è stato quando il sabato ci chiamavano in tanti per chiederci dove fossimo finiti. Quello è stato forte…“, conclude la giovane volontaria.

Redazione

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