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Una fiaccolata a Roma, in Via Pietro Cossa, organizzata dai Carabinieri per sostenere il nome dell’Arma dopo i terribili fatti di Piacenza.
A spiegarne i motivi è Antonio Serpi, segretario generale Sim Carabinieri, che ha voluto specificare a chiare lettere come i fatti della caserma Levante di via Caccialupo non rappresentino “un sistema”. L’inchiesta comprende una lunga serie di reati, dal traffico di droga all’estorsione e agli arresti illegali fino alla tortura. Reati che sarebbero il risultato di anni e anni di illegalità.
Ma il segretario del Sim Carabinieri non ci sta: “Non c’è nessun sistema. Questi fatti accadono – ha osservato Serpi –. Sono accaduti sempre a Piacenza nel 2013, con sei agenti della Polizia di Stato. Sono accaduti con la Guardia di Finanza, che ha avuto a sua volta le sue vicissitudini giudiziarie. Però quando succede a un carabiniere c’è un altro peso, perché da un carabiniere non ci si aspetta che si arrivi a questi comportamenti. Se sono avvenuti, perché poi vanno accertati, c’è la presunzione di innocenza. Non criminalizziamo nessuno. Però c’è la diversità del carabiniere, che deve dare più degli altri“.
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