TECNOLOGIA

Tokyo 2020 è anche green: nelle medaglie milioni di smartphone riciclati

Non solo una festa per lo sport, ma anche un occhiolino all’ambiente. Questo rappresentano le Olimpiadi, quantomeno per quanto riguarda uno degli aspetti centrali dei Giochi: le medaglie. Che sono sì d’oro, argento e bronzo, ma sono anche il frutto di un’importante operazione green, che risponde al nome di Tokyo 2020 Metal Project.

In che cosa consiste Tokyo 2020 Metal Project

Le medaglie olimpiche sono state infatti realizzate anche tramite il riciclo di componenti di vecchi smartphone. L’organizzazione ha infatti utilizzato qualcosa come 78.985 tonnellate di materiale tecnologico in disuso, recuperato per l’occasione. E il Tokyo 2020 Metal Project ha sfruttato, oltre a residui di telefoni cellulari ormai smantellati, anche le componenti di altri device tecnologici. Gli smartphone utilizzati ammontano all’incredibile cifra di 6,21 milioni.

Lo stesso sito ufficiale delle Olimpiadi riassume l’operazione, che ha richiesto diversi mesi e ha coinvolto l’intero Giappone. La popolazione nipponica ha raccolto e poi fuso – letteralmente – montagne di smartphone dismessi, stampanti e televisori. Un’operazione non semplice, dato che le componenti necessarie per le medaglie di Tokyo 2020 erano da separare dal materiale non utilizzabile.

Le Olimpiadi della sostenibilità e della creatività giapponese

Come gli atleti che arrivano alla vittoria con sacrifici e sofferenza, le medaglie somigliano a pietre grezze che sono state lucidate e adesso brillano“, si legge nel sito ufficiale di Tokyo 2020. E infatti l’oro, argento e bronzo delle medaglie proviene dalle parti che i dispositivi tecnologici celano nelle loro componenti. E che sono realizzate proprio con tali preziosi materiali.

C’è però anche dell’altro. Perché l’operazione non vuole essere solo sostenibile, ma anche strizzare l’occhio alla creatività giapponese. Il design delle medaglie di Tokyo 2020 (le stesse che hanno salutato le tante vittorie record raccolte dall’Italia) è frutto infatti di un concorso su scala nazionale. Il numero dei partecipanti è stato di 400, e il vincitore ha curato l’aspetto degli oggetti inseguiti dagli atleti di tutto il mondo. E che, chissà, sul podio dei Giochi potrebbero aver stretto tra i denti anche un pezzettino di un nostro vecchissimo cellulare.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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