TECNOLOGIA

Robinhood, cos’è l’app che ha bloccato le azioni di GameStop

Tra le app di trading legate al curioso caso di GameStop, quella che ha attirato di più l’attenzione è Robinhood. Negli ultimi giorni, l’applicazione ha fatto parecchio discutere per la sua scelta prima di bloccare e poi limitare l’acquisto delle azioni della compagnia Texana. Una decisione che ha indispettito molte persone, tra cui la senatrice degli Stati Uniti Alexandria Ocasio-Cortez. Su Twitter, la politica ha puntato il dito contro le app di trading che hanno seguito l’esempio di Robinhood, definendo “inaccettabile” il loro comportamento. “Ora abbiamo bisogno di saperne di più sulla scelta di Robinhood di impedire agli investitori al dettaglio di acquistare azioni mentre gli hedge fund possono negoziare liberamente i titoli come ritengono opportuno. In qualità di membro del Financial Services Cmte, sosterrei un’udienza, se necessario”, ha aggiunto. In seguito, Robinhood ha annunciato di aver rimosso, almeno in parte, le limitazioni alla compravendita delle azioni di GameStop.

Come funziona Robinhood

Robinhood è una delle app di trading più gettonate dagli investitori amatoriali. Le ragioni sono tante, ma la più importante va cercata nella scelta della piattaforma di eliminare le commissioni per la compravendita delle azioni. Anche l’assenza del deposito minimo ha contribuito al successo dell’app. Gli utenti, se lo desiderano, possono acquistare frazioni di azioni e spendere solo pochi dollari per volta.
Robinhood è stata fondata il 18 aprile 2013 da due giovani laureati a Stanford: Vlad Tenev e Baiju Bhatt. Non si tratta dunque di un’app nuova, però è innegabile che negli ultimi mesi la sua notorietà sia cresciuta a dismisura. Il merito è stato anche del lockdown, che ha dato a molti utenti tutto il tempo libero necessario per muovere i primi passi nel mondo del trading. Solo nel 2020 il numero dei fruitori della piattaforma è cresciuto di 3 milioni.

La “gamification” del mercato azionario

Nel corso degli anni Robinhood è stata criticata più volte per aver contribuito alla “gamification” del mercato azionario. Infatti, con la sua interfaccia pulita e allegra e la sua facilità d’uso, l’applicazione ha reso l’ingresso nel mondo del trading semplice per chiunque, anche per chi vede il tutto come una sorta di “passatempo spensierato”. In particolare, i critici puntano il dito sulla presenza di vari elementi di Robinhood che sembra usciti da un videogioco. Gli utenti, per esempio, possono “salire di livello” e sbloccare di volta in volta nuove funzioni o transazioni più rischiose. Non manca, inoltre, un approccio simile a quello dei social media nel rapporto con gli utenti. Tra notifiche simpatiche e ricche di emoji e azioni regalate al momento dell’iscrizioni, è difficile non notare delle similitudini con le azioni messe in atto da Facebook e Twitter per assicurare il coinvolgimento della community.

I rischi legati a Robinhood

Questo approccio giocoso al mondo del trading si è dimostrato un arma a doppio taglio. Certo, da un lato ha permesso a molte persone di scoprire un mondo che prima sembrava inaccessibili, ma dall’altro ha anche fatto abbassare la guardia a più di un investitore. Emblematico, in tal senso, è il caso di Alexander E. Kearns, il ventenne dell’Illinois che lo scorso giugno si è tolto la vita dopo aver accumulato un debito di 730mila dollari su Robinhood. Le parole presenti sul suo messaggio d’addio spiegano bene quanto possa essere rischioso rendere il trading simile a un videogioco: “Non avevo idea di quello che stavo facendo”.

L’equivoco su Twitter

Il caso GameStop, come accennato, ha portato molte persone a interessarsi a Robinhood e al mondo dei trader amatoriali. Su Twitter, questa improvvisa curiosità ha portato a un simpatico equivoco. Molti utenti, infatti, hanno iniziato a seguire il profilo @robinhood, che però è gestito dalla World Wide Robin Hood Society e non ha nulla a che fare col mercato azionario. È l’account adatto, invece, per chi è alla ricerca di maggiori informazioni sulla figura leggendaria di Robin Hood, l’eroe popolare che rubava ai ricchi per dare ai poveri.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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