TECNOLOGIA

Ray-Ban Stories, Facebook e la privacy al tempo degli ‘occhiali smart’

Sembra un classico occhiale da sole, ma in realtà può scattare foto, registrare video, chiamare e ascoltare musica. Sono i Ray-Ban Stories, gli occhiali nati dalla collaborazione tra Facebook ed EssilorLuxottica, arrivati anche qui in Italia. Il costo è più o meno quello di un’occhiale griffato (prezzo a partire da 329 euro) e punta a dare nuova linfa al settore degli smart glasses.

Ray-Ban Stories, come funzionano

Un dispositivo indossabile che vuole allargare l’interazione e la creazione di contenuti social al di fuori dei contesti tradizionali, come smartphone e computer. La tecnologia c’è ma (quasi) non si vede.

I Ray-Ban Stories presentano due fotocamere integrate da 5 Mp posizionate agli angoli per catturare foto e video, gestibili attraverso la nuova app Facebook View. Un chip Snapdragon permette di processare le immagini mentre tre microfoni direzionali riprendono i suoni ambientali e consentono di effettuare telefonate. FacebookView, una app disponibile per smartphone iOs e Android che permette all’utente di importare i contenuti, lavorale e condividerli su qualsiasi social presente sul proprio dispositivo. Le impostazioni della privacy permettono di decidere all’utente il livello di controllo sul contenuto.

Occhiali smart, dubbi e timori sulla privacy

Con Ray-Ban Stories puoi catturare istantaneamente qualsiasi momento, quindi la tua privacy e quella di chi ti circonda sono più importanti che maiavvertono da Facebook.
Dal social ci tengono a fare sapere che prendono la privacy dei loro utenti molto sul serio. Il contenuto, affermano, non va in automatico sui social, ma sarà necessaria un’ autorizzazione. Gli unici dati raccolti sono quelli legati al funzionamento dell’app e informazioni addizionali come il numero di foto, la durata media dei video e il tempo d’uso ma solo previa autorizzazione.

Chi indossa i Ray-Ban Stories dunque, sembrerebbe abbastanza al sicuro. Ma gli altri? Se infatti è più semplice capire se una persona ti sta facendo foto e video con lo smartphone, lo è decisamente di meno se indossa gli occhiali da sole. La salvaguardia della privacy altrui si basa, di fatto, sul buon senso e sulla discrezione di chi li indossa. Le luci al Led permettono di far capire alle persone intorno quando si sta riprendendo, così nessuno verrà “colto di sopresa”.

Ma ne siamo davvero sicuri? Un cappello ben calcato, potrebbe bastare infatti a nascondere la luce rivelatrice. Tra i consigli, Facebook avverte di tenere gli occhiali “spenti” in luoghi al chiuso, dal dottore, nei bagni pubblici, negli spogliatoi o sui luoghi di lavoro. Ma si tratta di una semplice richiesta.

La domanda è: quanti la rispetteranno?

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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