TECNOLOGIA

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente, nostalgia su Switch

Nel corso degli anni, i fan di Pokémon hanno iniziato ad attendere l’uscita dei remake dei vari giochi della serie con una trepidazione quasi pari a quella riservata per i nuovi capitoli. Questa euforia è dettata solo in parte dalla nostalgia e dal desiderio di vedere una vecchia avventura svecchiata sotto il profilo tecnico. Da Pokémon Rosso Fuoco e Verde Foglia in poi, infatti, i fan hanno capito di potersi aspettare molto di più dai remake di una semplice “tirata a lucido”. Game Freak si è sempre impegnata per rendere queste esperienze godibili sia per i nuovi giocatori che per quelli con qualche anno in più sulle spalle, andando a integrare le meccaniche di gameplay più moderne nello “scheletro” dell’esperienza originale. Con [sponsor-link id=”234″] e [sponsor-link id=”235″], i remake dei capitoli di quarta generazione, questa tradizione si è interrotta (almeno in parte). Andiamo a scoprire cos’è cambiato.

Un passaggio di consegne inaspettato

Innanzitutto, per la prima volta i remake non sono stati sviluppati da Game Freak. I lavori sono stati affidati al team esterno ILCA, che in passato aveva già sviluppato l’app Pokémon Home. Una scelta che ha lasciato tutti a bocca aperta, ma che è diventata comprensibile nel corso della stessa giornata. Poco dopo, infatti, Game Freak, ha svelato di essere al lavoro su un nuovo gioco ambientato nella Sinnoh del passato: Leggende Pokémon Arceus.

Sotto la guida di ILCA, i remake di Diamante e Perla sono diventati i più fedeli agli originali di sempre. Non solo ripropongono una struttura dell’overworld identica a quella dei giochi originali, ma mantengono inalterati anche molti elementi di gameplay. L’obiettivo è chiaramente quello di offrire un’alternativa all’ottava generazione a chi guarda con nostalgia alla vecchia struttura dei giochi Pokémon.

Le novità presenti in Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente

La scelta di puntare più sulla tradizione che sull’innovazione non è stata ben accolta da tutti e vari critici l’hanno additata come “pigra”. È innegabile che rispetto ai remake usciti in precedenza [sponsor-link id=”236″] risultino meno coraggiosi, tuttavia alcuni elementi che li differenziano dagli originali non mancano. I Grandi Sotterranei, per esempio, sono molto diversi rispetto a quelli presenti nelle avventure del 2007 e offrono ai giocatori una piacevole alternativa alla routine, oltre alla possibilità di mettere le mani su oggetti e Pokémon non presenti nell’avventura principale.

Inoltre, in questi remake i mostriciattoli tascabili seguono l’allenatore (anche se non sempre si muovono come ci si aspetterebbe), è possibile cambiare i vestiti e le MN sono state sostituite dalle tecniche segrete, liberando così i giocatori dall’incombenza di dover tenere in squadra un Pokémon poco competitivo al quale insegnare mosse inutili (qualcuno ha detto Bibarel?). Sono anche presenti alcune piccole migliorie alla quality of life generale, come la possibilità di cambiare il proprio team anche all’esterno dei centri Pokémon e il salvataggio automatico. La presenza del condividi esperienza non disattivabile e delle MT monouso, invece, potrebbe far storcere il naso a più di un giocatore.

Tra grafica chibi e brani dal sapore jazz

Pur non essendo i migliori remake di sempre, [sponsor-link id=”237″] non rappresentano delle esperienze da disprezzare. Certo, chi conosce a menadito i giochi originali potrebbe avere pochi incentivi ad acquistare a questi remake, ma per i giocatori che non si sono mai approcciati alla quarta generazione rappresentano due avventure da non lasciarsi sfuggire.

A distanza di tanti anni, Sinnoh resta una delle regioni più affascinanti da esplorare. Non solo è ricca di informazioni sulla cosmogonia del mondo Pokémon, ma anche di scorci mozzafiato. Lo stile chibi della nuova grafica potrebbe non incontrare i gusti di tutti, ma è impossibile non restare deliziati dalla cura riposta nella realizzazione del mondo di gioco. Ci sono tanti piccoli dettagli, dai riflessi sull’acqua alla varietà cromatica dei fiori, che denotano un grande impegno da parte di ILCA. Il team ha però trascurato le proporzioni di personaggi e Pokémon, rendendole fin troppo “sballate”.

Lodevole, invece, l’impegno profuso nella rimasterizzazione della colonna sonora, caratterizzata da brani dal sapore jazz. Ascoltarli mentre si esplorano grotte e percorsi è un vero piacere per le orecchie. I più nostalgici possono anche sbloccare e attivare la colonna sonora dei giochi originali.

A chi sono adatti Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente?

Tirando le somme, Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente sono consigliati caldamente ai fan più nostalgici della quarta generazione. Sono adatti, inoltre, a chi non si è mai approcciato ai giochi originali. Tutti gli altri potrebbero trovarsi di fronte a un’esperienza fin troppo simile a quanto già vissuto in passato. Insomma, se avete amato Sinnoh o non la conoscete proprio non avete scuse per tirarvi indietro!

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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