TECNOLOGIA

Microsoft chiuderà LinkedIn in Cina

 

Annuncio clamoroso da parte di LinkedIn che smetterà di essere attivo in Cina entro due mesi. Ad annunciarlo è stata la stessa piattaforma, che ha motivato la decisione parlando di un ambiente operativo reso sempre più difficile dai vincoli stringenti del governo nazionale. “LinkedIn sostituirà il suo servizio cinese con un servizio di job board senza funzionalità di social media“, spiega la nota pubblicata dall’azienda guidata da Jeff Weiner. Il vicepresidente senior di LinkedIn Mohak Shroff ha commentato sul blog: “Stiamo affrontando un ambiente operativo significativamente più impegnativo e maggiori requisiti di conformità in Cina“.

LinkedIn lascia la Cina a causa della crescente censura

Un ambiente, quello cinese, sempre più difficile e stringente sulle censure ha spinto anche LinkedIn ad alzare bandiera bianca. La piattaforma di ricerca lavoro era l’unico grande social network statunitense a essere ancora operativo in Cina. Piattaforme e social network come Twitter e Facebook sono invece bloccate da più di dieci anni. Quando è stato lanciato, nel 2014, LinkedIn aveva accettato di aderire ai requisiti del governo cinese per operare lì. Tuttavia aveva anche promesso di essere trasparente su come condurre gli affari nel Paese, affermando di non essere d’accordo con la censura del governo.

Di recente LinkedIn aveva bloccato i profili di vari giornalisti statunitensi in Cina per via di quelli che erano stati definiti “contenuti vietati”. La piattaforma aveva infatti inserito nella lista nera diversi account di giornalisti, inclusi quelli di Melissa Chan e Greg Bruno. Bruno, che ha scritto un libro che documenta il trattamento riservato dalla Cina ai profughi tibetani, aveva ammesso a Verdict di non essere sorpreso che al Partito comunista cinese non fosse piaciuto. Tuttavia affermava di essere “costernato dal fatto che un’azienda tecnologica americana stia cedendo alle richieste di un governo straniero“.

Tuttavia, l’azienda non ha intenzione di abbandonare del tutto la sua presenza nel Paese. Da qui la decisione di lanciare una nuova piattaforma entro la fine dell’anno, chiamata InJobs. Tuttavia, questa non includerà feed social o la possibilità di condividere o pubblicare articoli.

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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