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TECNOLOGIA

Jack Dorsey, chi è la mente (dimissionaria) dietro a Twitter

Dopo oltre 15 anni dal primo ‘cinguettio’, il Ceo e creatore di Twitter, Jack Dorsey, fa un passo indietro. Lo ha annunciato lui stesso sul suo account, confermando così le indiscrezioni della stampa statunitense delle ultime ore. Nato a Saint Louis, in Missouri, nel 1976, l’informatico e imprenditore ha compiuto 45 anni esattamente dieci giorni fa, il 19 novembre.

Oltre a Twitter, Dorsey ha creato anche Fleetic ed è l’amministratore delegato di Square, Inc., azienda attiva nel campo dei servizi finanziari e dei pagamenti da mobile. Ma chi è la mente dietro a Twitter, piattaforma social che oggi conta oltre 330 milioni di utenti attivi mensilmente? E quali sono le tappe principali della sua carriera? Per scoprirlo bisogna fare un passo indietro.

Da modello a Ceo di Twitter

Jack Dorsey (che in passato ha lavorato anche come modello) è di origini italo-americane e si è diplomato alla cattolica Bishop DuBourg High School. La svolta arriva all’età di trent’anni. Nel marzo del 2006, infatti, crea Twitter, rendendolo poi pubblico nel luglio dello stesso anno. Suo è infatti il primo tweet della storia, datato 21 marzo 2006.

Nel 2008, invece, la rivista Technology Review del Massachusetts Institute of Technology (Mit), lo ha inserito nel ‘TR35’, l’elenco dei 35 innovatori più importanti al mondo under 35. Al 2012, invece, risale il suo trasferimento nel quartiere Sea Cliff di San Francisco, dove ogni mattina si reca nel suo ufficio camminando per cinque miglia.

Dal punto di vista politico – oltre alla querelle fra Twitter e l’ex presidente Usa, Donald J. Trump – ha contribuito economicamente alle campagne elettorali dei dem Andrew Yang e Tulsi Gabbard per le presidenziali americane. Ma Jack Dorsey ha alle spalle anche anni di filantropia e donazioni per diverse cause, dall’istruzione all’ambiente, fino al Covid.

Jack Dorsey e la beneficenza

Nel marzo 2016, ad esempio, ha finanziato interamente circa 600 progetti di scuole pubbliche nel Missouri attraverso la non-profit DonorsChoose. Nell’ottobre del 2019 ha invece donato 150mila dollari alla campagna anti deforestazione dello youtuber MrBeast, permettendo così la piantumazione di circa 20 milioni di nuovi alberi.

Jack Dorsey ha inoltre contribuito a importanti programmi di aiuti umanitari con oltre 24 milioni di dollari a più di 40 beneficiari diversi; oltre ad essersi impegnato nel finanziare lo sviluppo del reddito di base universale e l’educazione e la salute delle giovani donne. In beneficenza è andato anche il ricavato dalla vendita all’asta del primo tweet della storia.

Infine, sul fronte della lotta alla pandemia, lo scorso anno ha annunciato il trasferimento del 28% del suo patrimonio (circa un miliardo di dollari) da Square, Inc. a Start Small Llc e ad altri programmi sanitari. Come annunciato da Twitter stessa, a prendere il posto di Dorsey come amministratore delegato sarà Parag Agrawal, anche se il Ceo uscente resterà nel Cda dell’azienda fino alla scadenza del suo mandato, nel 2022.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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