Non è ancora tempo di tregua per Mark Zuckerberg. Dopo le rivelazioni dell’ex data scientist di Facebook, Frances Haugen, Meta è di nuovo nell’occhio del ciclone. Infatti, secondo una nuova ricerca di Fairplay, Global Action Plan e Reset Australia, il gigante tecnologico continua a monitorare gli adolescenti per il targeting degli annunci. Soltanto quest’estate, Facebook aveva annunciato che avrebbe limitato la capacità degli inserzionisti di raggiungere i minori.
Ma come fanno Facebook e Instagram a raccogliere i dati di navigazione dei minori di 18 anni? Secondo la ricerca, i social network si avvalgono di un software in grado di tracciare l’attività di navigazione degli utenti. Meta aveva annunciato a luglio che avrebbe consentito agli inserzionisti di monitorare i giovani utenti solo in base a tre categorie: età, sesso e posizione. Escluse dunque tutte le altre opzioni, come gli interessi personali, i dati di navigazione e così via. Ma, nonostante le promesse, sembra che Facebook e Instagram stiano continuando a utilizzare il software di raccolta dati anche sugli adolescenti.
A segnalare e denunciare lo sfruttamento dei dati di navigazione da parte di Facebook e Instagram sono tre grandi aziende: Global Action Plan, Reset Australia, che contrasta le minacce digitali alla democrazia, e Fairplay, che opera per la protezione dei minori dalle azioni di marketing. Dopo aver creato tre account falsi, per un tredicenne e due sedicenni, i ricercatori sono stati in grado di visualizzare i dati raccolti dal software dell’azienda su Facebook, Instagram e Messenger. Questo mentre gli utenti visitavano siti come giornali locali e rivenditori di abbigliamento.
In una lettera aperta, 44 gruppi di advocacy hanno esortato il fondatore di Facebook a eliminare la raccolta dei dati per proteggere gli utenti minorenni. “Facebook sta ancora utilizzando la grande quantità di dati che raccoglie sui giovani per determinare – si legge nella lettera – quali utenti hanno maggiori probabilità di essere vulnerabili a una determinata pubblicità“. Questa pratica “è particolarmente preoccupante, dato che ottimizzazione potrebbe significare annunci pubblicitari per la perdita di peso offerti ad adolescenti con disturbi alimentari“. Proseguono avvertendo che se i risultati della ricerca sono corretti, “la pubblicità per i bambini è in realtà ancora più personalizzata su Facebook, Instagram e Messenger“.
Mark Zuckerberg ha negato e continua a negare che i dati dei minori di 18 anni vengano utilizzati dal sistema di distribuzione degli annunci. Questo sistema, basato su una serie di algoritmi, permette di personalizzare gli annunci pubblicitari, in base a sesso, età, posizione, interessi e altri dati raccolti durante la navigazione. Alle accuse Meta ha replicato tramite un suo portavoce. “Il fatto che mostriamo i dati nei nostri strumenti di trasparenza non vuol dire che vengano automaticamente utilizzati per gli annunci“, ha spiegato Joe Osborne. “Non utilizziamo i dati dei siti Web e delle app dei nostri inserzionisti e partner per personalizzare gli annunci per i minori di 18 anni”.
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