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TECNOLOGIA

FaceApp, filtro per diventare uomo o donna: come funziona

Come saremmo con un look diverso da quello abituale? La curiosità spesso è forte, ma il timore del risultato finale ci fa desistere dall’impresa. Ora, i dubbi possono però essere fugati grazie a una app per smartphone e tablet che sta spopolando tra utenti di tutte le età: FaceApp. Grazie a questo servizio ognuno di noi ha la possibilità, nell’arco di pochi secondi, di inserire una propria immagine e provare a capire come apparirebbe assumendo sembianze inedite.

FaceApp, ormai da qualche tempo, è diventata una delle app più amate e ha raggiunto ottimi riscontri grazie alla capacità di sfruttare l’intelligenza artificiale per aggiungere occhiali, barba, tagli di capelli, espressioni e sorrisi. Tra le opzioni disponibili c’è anche quella che consente di sperimentare un colore o un taglio di capelli che ci affascina ma che non abbiamo mai sperimentato; andare dal parrucchiere e richiederlo potrà quindi non essere un “salto nel buio”.

Da giovani a vecchi, da donne a uomini e viceversa

Fino a qualche mese fa la tendenza che andava per la maggiore era quella che portava gli utenti a fare un salto nel tempo. L’app era infatti in grado di indicare quale aspetto avremmo potuto avere tra 20 o 30 anni. E così, alcuni di noi hanno scoperto che avere le rughe può essere poco piacevole, ma non per tutti. C’è chi, infatti, anche non più giovanissimo continua a essere affascinante. E FaceApp ha dimostrato come questa teoria in molti casi sia vera.

Ad accettare la sfida sono stati anche tantissimi personaggi famosi, come Paulo Dybala, Gianluigi Buffon, Leonardo Di Caprio e Tommaso Paradiso (solo per citarne alcuni). Donald Trump aveva invece voluto fare il processo opposto, mostrandosi ringiovanito.

L’ultima moda è ancora più particolare e sta dominando sui social: provare a capire come sarebbe il nostro viso se fossimo nati di sesso opposto. Questo, ovviamente, è più che altro di un gioco con se stessi visto che, a differenza di quanto faremmo con un taglio o un colore di capelli, difficilmente lo sperimenteremo in prima persona. Molti hanno testato questa esperienza provando a saperne di più sull’aspetto di molti VIP: da Giorgia Meloni e Giuseppe Conte, all’attrice Julia Roberts.

FaceApp e la questione privacy

Questo “giochino”, per quanto divertente, nasconde però qualche insidia, che sarebbe bene non sottovalutare. Grazie a questa app, infatti, le foto verrebbero salvate su un server controllato dallo sviluppatore e non sul telefono.

La nostra privacy è quindi a rischio? La società che ha sviluppato l’app è la Wireless Lab e ha sede in Russia, dove è guidata da Yaroslav Goncharov, ex manager di Yandex, il principale motore di ricerca del Paese. A ogni operazione viene richiesto di poter accedere alle immagini presenti sulla fotocamera secondo uno schema già visto con altri servizi simili, ma non si dice esplicitamente che queste saranno raccolte dai suoi sistemi e trasferite sui server. FaceApp ha comunque risposto prontamente alle critiche specificando la possibilità per gli utenti che lo desiderano di chiedere la rimozione dei propri dati conservati.

Ilaria Macchi

Nata il 4 ottobre 1982 sotto il segno della Bilancia e, come tale, amante del bello (la moda è una delle mie passioni) e della giustizia. Sono laureata in Linguaggi dei Media all’Università Cattolica di Milano e ho maturato esperienza come giornalista su web, carta stampata e web Tv. Appassionata di sport, calcio in modo particolare, Tv e motori

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