Da transfobico a troppo inclusivo? Lo strano caso di Hogwarts Legacy
La possibilità di creare un personaggio di qualsiasi sesso ed etnia non è stata ben accolta dalla parte della community più stanca della cosiddetta “cultura woke”

Screenshot | YouTube @HogwartsLegacy
Non c’è pace per Hogwarts Legacy. Il videogioco, ambientato nell’universo narrativo creato dalla scrittrice britannica J.K. Rowling, sembra essere nato sotto una cattiva stella, perlomeno per quanto riguarda la percezione di parte della community. Le polemiche nei suoi confronti si possono in buona parte ricondurre alle accuse di transfobia che sono state mosse nei confronti della creatrice di Harry Potter dalla fine del 2019 in poi, quando ha iniziato a esprimere su Twitter delle opinioni piuttosto vicine a quelle delle femministe trans-escludenti (Terf).
A prescindere da quanto sia corretto o meno associare questa etichetta alla Rowling, è innegabile che le sue dichiarazioni abbiano creato una frattura insanabile con una parte della sua fanbase. Le conseguenze di questo “scisma” non si sono fatte attendere: le controversie legate all’autrice hanno contribuito al flop del terzo film della serie Animali Fantastici, già in cattive acque a causa delle beghe legali di Johnny Depp ed Ezra Miller. Inoltre, nel corso del 2022 numerose discussioni sulla possibilità di boicottare Hogwarts Legacy per danneggiare J.K. Rowling hanno infiammato il web.

Chi danneggerebbe davvero un flop di Hogwarts Legacy?
In realtà un simile boicottaggio rischierebbe di danneggiare più gli sviluppatori del gioco che l’autrice britannica, il cui “impero” sembra ben lontano dal crollare. Nonostante una lieve flessione nelle vendite, che nasce anche da un confronto impari come un periodo insolito come quello della pandemia, i libri di Harry Potter continuano a vendere tanto e lo stesso vale per i film e tutto il merchandise legato alla saga. Per Portkey Games e Avalanche Software un’eventuale flop di Hogwarts Legacy avrebbe un peso ben maggiore e potrebbe precludere future opportunità lavorative. Al momento uno scenario del genere sembra ben lontano dal concretizzarsi, anche perché il gioco ha già iniziato a dominare la classifica dei titoli più venduti su Steam.
La polemica sull’inclusività del gioco
Dal canto loro, gli sviluppatori di Hogwarts Legacy hanno messo ben in chiaro di essere lontani dalle posizioni di J.K. Rowling e ricordato a più riprese che l’autrice non è stata coinvolta nella realizzazione del gioco. Inoltre, non hanno fatto mistero del loro tentativo di rendere l’esperienza il più inclusivo possibile. I giocatori potranno creare un personaggio identico a loro in tutto e per tutto, dall’etnia al sesso. Chi lo vorrà potrà creare senza problemi un mago o una strega transgender, perché l’editor del gioco non presenta limitazioni in tal senso. Tutta questa inclusività ha però indispettito un’altra frangia della community, quella più stanca del cosiddetto “politically correct” e della “cultura woke”. Dall’altro lato della barricata ci sono alcuni utenti di Steam che hanno associato al gioco l’etichetta “transfobico”.

Insomma, Hogwarts Legacy si è trovato coinvolto in un braccio di ferro tra culture opposte e sembra destinato a non poter mai soddisfare appieno nessuna delle due. Per capire l’effettivo impatto di questi malumori bisognerà attendere l’uscita ufficiale del gioco, attesa per il 10 febbraio 2023 su PS5, Xbox Series X|S e PC. Le versioni PS4 e Xbox One arriveranno il 4 aprile e quella per Nintendo Switch il 25 luglio.