“Attenzione, pickpocket!”, le origini del tormentone sbarcato in America

"Io sono veramente senza parole, non pensavo che sarei arrivata a questi livelli di popolarità. Il mio voleva essere solo un servizio"

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Newsby Lavinia Nocelli 24 Luglio 2023

Sappiamo bene come l’avvento di internet abbia portato alla nascita, e alla diffusione, di veri e propri fenomeni del web. Giovani, bambini, anziani, uomini e donne di qualsiasi età che per un video, una frase pronunciata, o una battuta, sono improvvisamente diventate delle star, tra meme, inviti in televisione e siparietti di vario genere. L’ultima che si aggiunge alla lista è Monica Poli, una 57enne di Venezia che, sbarcata su TikTok, è finita addirittura su Newsweek, famosa rivista americana, che l’ha intervistata proprio per parlare del tormentone che nelle ultime settimane non smette di ribalzare sui social.

La famosa frase per cui Monica è diventata famosa è ‘Attenzione, pickpocket’, volto ad avvertire i turisti della presenza dei ‘borseggiatori’, per l’appunto. Tutto nasce dal primo video postato su TikTok, e che mostra Monica urlare a squarciagola per avvertire i turisti del pericolo, all’imbarcadero della linea 1 Ferrovia. Quello che sicuramente non si aspettava Monica è il successo che è venuto subito dopo: di lì a poco, infatti, il video ha racimolato 59 milioni di visualizzazioni. Ma la sua ‘voce’, in tutti i sensi, è arrivata oltreoceano, ed è stata ripresa anche dalle franchigie Nba e Nfl come sottofondo delle azioni difensive degli atleti. Le azioni, per semplificare, in cui la palla viene ‘rubata’ dall’avversario.

L’intervista a Monica

Le località con un gran numero di turisti sono obiettivi comuni per i borseggiatori, poiché dove ci sono aree affollate, è più facile passare inosservati e sottrarre oggetti personali dalle tasche o dalle borse delle persone. E Venezia, come ben si sa, è una città che attira migliaia e migliaia di turisti ogni anno. Monica fa parte da 30 anni del gruppo veneziano “Cittadini non distratti”, che segnala le azioni dei borseggiatori in città. E se prima i video venivano postati solo su Facebook, TikTok ha notevolmente aumentato la visibilità del gruppo, ma non solo.

Un vicolo di Venezia
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Monica si è concessa anche un’intervista al ‘Messaggero’, dove ha parlato della sua fama e del suo lavoro contro i borseggiatori. Parlando della sua fama, ha dichiarato: “Io sono veramente senza parole, non pensavo che sarei arrivata a questi livelli di popolarità. Il mio voleva essere solo un servizio ai cittadini e ai turisti, non cercavo gloria. E adesso mi ritrovo con la mia voce riprodotta per mille cose, a dire la verità mi dà anche un po’ fastidio sentirla ovunque”. Parlando della nascita del tormentone ‘Attenzione pickpocket’, Monica parla di una normale prosecuzione del lavoro col suo gruppo: “Semplicemente il nostro è un gruppo di disturbatori, da anni segnaliamo le borseggiatrici di Venezia. Avevamo una pagina Facebook, ma non aveva granché successo. Ho pensato di aprire dei canali su Instagram e TikTok per sfruttare anche altri social. È esplosa letteralmente una bomba: il video su TikTok ha fatto 59 milioni di visualizzazioni, la pagina ha 388mila follower e 11 milioni di like. E su Instragram abbiamo 151mila follower: sono decuplicati in pochi giorni”.

La 57enne non nega però che c’è stato un ritorno utile proprio verso il lavoro che fanno con l’associazione, grazie ai social: “Mi hanno contattata da Londra, da Milano, da Barcellona, dal Giappone. Persino dagli Emirati Arabi: chi vuole venire in città oggi vuole sapere com’è il fenomeno dei borseggi a Venezia. E adesso abbiamo anche iniziato delle collaborazioni con comitati di sicurezza di altre città”.

Le dichiarazioni di Monica

Queste nuove collaborazioni europee comportano, anzitutto, la condivisione d’informazioni, ha spiegato Monica: “Molti gruppi di disturbo nelle città europee oggi fanno lo stesso nostro lavoro. Per esempio con i ragazzi di Bratislava abbiamo potuto vedere che lì c’erano delle borseggiatrici che prima ‘lavoravano’ a Venezia”. Ma dietro tutto questo c’è un messaggio che l’associazione di Monica vuole lanciare: “Cari turisti venite qui, venite da noi, ma fate attenzione. Un messaggio che oggi si sta diffondendo sempre di più, forse anche grazie al nostro piccolo contributo. Vedo sempre più turisti che tengono la borsa davanti, ben stretta al petto, al riparo da occhi e mani indiscrete”.

Tuttavia non mancano le critiche. Se il fenomeno dei borseggiatori è cresciuto esponenzialmente – e naturalmente – negli anni, anche l’introduzione di alcune leggi ha contribuito alla diffusione del problema: “La Legge Cartabia è stata una piaga, il borseggio è stato praticamente depenalizzato. Qui abbiamo soprattutto donne, ma anche il fronte degli uomini sta crescendo. E sono senza scrupoli: abbiamo trovato i documenti abbandonati di persone ultranovantenni, di disabili. Non si fermano davanti a niente e nessuno, non riesco a capire come qualcuno sembri voler addirittura difendere questi criminali”. Che cosa fare, dunque? “È un problema globale, non riguarda certo solo Venezia, ma tutte le grandi città europee. Credo che, quindi, dovrebbe essere proprio l’Unione europea la prima a muoversi per iniziare una battaglia politica comune contro i borseggiatori”, ha concluso Monica. 

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