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TECNOLOGIA

Activision, nasce il primo sindacato dell’industria dei videogame Usa

Nasce il primo sindacato per i lavoratori dell’industria dei videogiochi ad alto budget statunitense. A darne notizia sono diversi media Usa. Stando a quanto riportato, un gruppo di addetti al controllo qualità della Raven Software, divisione di Activision Blizzard (da poco entrata nella galassia Microsoft), si è riunito nella neonata Game Workers Alliance e attende ora il riconoscimento formale da parte dell’azienda.

La conferma arriva su Twitter anche da Jason Schreier, giornalista di Bloomberg e noto esperto del settore videoludico. In totale sono 34 i tester di Raven Software coinvolti nella creazione di questa nuova sigla che mira a tutelare i diritti dei lavoratori di un settore spesso coinvolto in scandali e vicende poco limpide. Basti pensare che lo scorso luglio lo Stato della California ha intentato una causa legale contro Activision a seguito di un’inchiesta su presunte molestie sessuali e discriminazioni nei confronti delle dipendenti.

Lo scandalo delle molestie in Activision Blizzard

Stando alle accuse, il settore della Blizzard Entertainment (e più in generale l’azienda, che ha sempre respinto ogni addebito) avrebbe favorito lo sviluppo di un clima di lavoro basato su silenzio implicito e sessismo. Oltre che improntato all’accettazione del catcalling, di palpeggiamenti, discorsi critici sulla maternità e battute sullo stupro. Le vittime che si sono esposte avrebbero anche subìto svantaggi lavorativi, come ad esempio il trasferimento forzato in altre divisioni.

Un clima di lavoro complicato, dunque, che molti dipendenti di Activision Blizzard sperano possa migliorare con l’acquisizione di Microsoft. Raven Software è uno studio con oltre 300 impiegati e fa parte di Activision dal 1997, quando la società l’ha comprato per 12 milioni di dollari. È noto soprattutto perché si occupa del marchio di Call of Duty. Activision conta invece più di 9.500 dipendenti e numerose divisioni che producono alcuni dei videogiochi più popolari al mondo, come World of Warcraft e Candy Crush Saga.

Raven Software, dallo sciopero al sindacato

La situazione in Raven è incandescente. A dicembre, infatti, l’azienda ha licenziato in tronco 12 tester impegnati nello sviluppo di COD; nonostante nelle settimane precedenti avesse promesso aumenti di stipendio e promozioni. Da quel momento è iniziato uno sciopero che ha coinvolto diversi membri dello staff dello studio e che si è protratto fino a questi giorni. Fino cioè alla decisione di formalizzare la protesta contro i vertici di Activision dando vita a un vero e proprio sindacato.

I 34 tester fondatori della Game Workers Alliance hanno inviato una lettera ai manager chiedendo il formale riconoscimento della sigla da parte dell’azienda. Con tanto di ultimatum: il 25 gennaio. Se ciò non avverrà sono già pronti a ricorrere alla National Labor Relations Board, l’agenzia federale impegnata nelle tutele sindacali. Gli ideatori della Game Workers Alliance hanno infine deciso di attribuirsi un nome generico in modo da permettere ad altri lavoratori del settore negli Usa di potersi unire in futuro.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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