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Tokyo 2020, tutti i segreti dietro il trionfo olimpico nella 4×100

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Questo quartetto l’abbiamo provato solo poche volte e solo all’ultimo raduno che abbiamo fatto. Quando abbiamo iniziato questo raduno eravamo abbastanza sicuri che questo sarebbe stato il quartetto titolare alle Olimpiadi“. Questo il racconto di Marcell Jacobs in conferenza il giorno dopo la medaglia d’oro dell’Italia nella staffetta 4×100 maschile ai Giochi di Tokyo 2020.

Italia, una vittoria che nasce da lontano

Nel momento in cui siamo entrati in pista, dopo la semifinale in cui ci siamo qualificati per la finale, ci siamo guardati negli occhi. Sapevamo che questo è un gruppo molto unito, ci vogliamo bene e lavoriamo insieme da tanto tempo – ha rivelato Jacobs –. E anche se Lorenzo [Patta, ndr] è entrato dopo, si è integrato subito“. Da qui al nuovo oro di Tokyo 2020, il passo è stato relativamente breve: “Prima di entrare sapevamo di poter fare qualcosa di grande, e lo abbiamo fatto“.

Lo storico exploit nella staffetta 4×100 di Tokyo 2020 ha peraltro rappresentato la grande rivincita di Filippo Tortu. “Penso che essere l’ultimo frazionista sia la cosa più bella ma, allo stesso tempo, la cosa più brutta – la sua analisi –. Perché ti vivi la gara da spettatore e hai una tensione addosso che non provi in una gara individuale. Vedi proprio tutto, al primo cambio arriva il primo sospiro. Poi non fai in tempo a fare il secondo sospiro che Fausto sta arrivando con il testimone. Però portarlo al traguardo è stato fantastico“.

Un quartetto di campioni, ben oltre Tokyo 2020

E i quattro ragazzi si sono scoperti eroi nazionali dopo il trionfo nella staffetta già dai compagni di avventura a Tokyo 2020. “Siamo stati accolti come degli eroi al villaggio. I nostri compagni ci hanno aspettato fino a tardi e li ringrazio. È stata un’emozione incredibile, non me lo sarei mai aspettato. Festeggeremo domani, finora non abbiamo avuto tempo“, ha raccontato Fausto Desalu che insieme a Marcell Jacobs, Filippo Tortu e Lorenzo Patta ha vinto la finale della 4×100.

Jacobs ha anche spiegato che la squadra azzurra era ormai temuta e rispettata anche dagli avversari: “Sia De Grasse che gli inglesi e tutte le altre squadre sono venuti a complimentarsi con noi. Hanno visto che abbiamo fatto qualcosa di veramente incredibile. E già prima della finale io ho notato che ci guardavano con sospetto. Cercavano di capire quanto fossimo forti, si vedeva che erano preoccupati. De Grasse è stato il primo, e con un sorriso ci ha fatto i complimenti. Ma sembrava dire che noi italiani siamo diventati una maledizione“. E questa impresa sembra destinata a restare negli annali dello sport, ben oltre Tokyo 2020.

Redazione

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