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Spunti Rosa: Ulissi guizza, l’Astana si spezza. Il Giro entra nel vivo

Non solo Giro d’Italia. Digressione doverosa, in questa pazza stagione della pedivella, merita la Liegi-Bastogne-Liegi. Nella “Monumento” delle Ardenne, Julian Alaphilippe (voto 1) è riuscito nell’impresa di sbagliare tutto lo sbagliabile in un finale a grandi firme con Hirschi, Pogacar e Roglic. Prima ha scartato non appena si è accorto che l’elvetico della Sunweb (voto 9, fuoriclasse) era pronto a saltarlo facile, poi ha alzato le braccia troppo presto e facendosi infilare da Primoz Roglic (voto 10). Il quale, quatto quatto, sulla destra si è preso la “Doyenne” 2020 con un colpo di reni di mestiere. Proprio lui, che nel quartetto finale veniva dato per battuto, a due settimane dalla grande rimonta subita dal connazionale Pogacar al Tour si è preso proprio in rimonta la classica più antica.

Che spettacolo in Belgio

Grande spettacolo sulle strade del Belgio, impreziosito sui nostri teleschermi da una bravissima Giada Borgato (voto 10): l’ex campionessa italiana, a fianco a Pancani, ha sorpreso per ritmo, spunti tecnici e note di colore. Che la Rai in mezzo a tanti nomi altisonanti abbia trovato la spalla giusta per i suoi telecronisti? Ce lo auguriamo, visto che dopo l’addio a Silvio Martinello (pronto a candidarsi alla presidenza della Federazione) ancora si procede per tentativi.

Due su due al Giro d’Italia per gli azzurri

Veniamo alle strade di casa nostra. È ancora azzurro il giubilo in Sicilia, grazie a un Diego Ulissi (voto 9) che ha sfruttato alla perfezione un arrivo cucito addosso alle sue caratteristiche da finisseur. Per il livornese della UAE Emirates è il settimo sigillo sulle strade del Giro d’Italia: battuto un Peter Sagan (voto 7) che sulla falsariga del Tour continua a raggranellare solo piazzamenti (ci riproverà). Il guizzo di Ulissi, invece, lascia ben sperare per quest’autunno, ma anche in chiave 2021: nelle classiche il toscano ha tutta la maturità per incidere. Menzione d’onore per Luca Wackermann (voto 8): è il giovane della Vini Zabù (voto 10, presente nella fuga di giornata col tulipano Van Impel) è stato coraggioso ad accendere la miccia sullo strappo finale. Ha margine, lo rivedremo.

Astana da rivedere

Veniamo al capitolo Astana. Dopo l’impressionante capitombolo di Miguel Angel Lopez nella crono di sabato, con tanto di corsa all’ospedale per ricucire una brutta ferita a pochi centimetri dall’arteria iliaca, ieri il team kazako ha perso strada facendo il russo Vlasov, giovane outsider in ottica classifica generale. A metterlo ko un inatteso subbuglio intestinale: non riusciva a tenere neanche le ruote del gruppo. Senza il colombiano e il russo, Jakob Fulgsang ora si trova privo delle due spalle più forti: dovrà metterci del suo, forse già da oggi.

Ora si sale sull’Etna

Primo arrivo in quota nel pomeriggio: da Enna all’Etna (Linguaglossa), entreranno in scena con ogni probabilità i big. Ganna (voto 8 ieri) potrebbe cedere la rosa. Occhi puntati su Simon Yates, maestro su questi arrivi dove è necessario saper fiaccare gli avversari con costanti rasoiate. Occhi puntati anche sullo stesso Fulgsang, ma pure su Joao Almeida (voto 8 finora al giovane della Deceuninck). Se Ganna dovesse perdere la maglia, potrebbe magari prenderla già il suo capitano Geraint Thomas. Naturalmente però è da tenere d’occhio anche Vincenzo Nibali: difficilmente nel finale giocherà a nascondino.

Valerio Mingarelli

Nato a Fabriano, ai piedi degli Appennini, nel 1980. Ho iniziato a “gattonare” nelle testate locali umbre e marchigiane grazie al basket e al calcio. Giornalista professionista dal 2008, da allora tra Milano e Roma ho sempre fatto il viandante dell’informazione girovagando per radio, TV, quotidiani, agenzie e uffici stampa. Con la penna o col microfono in mano, mi sono sempre divertito da matti. Oggi seguo perlopiù le vicende del Parlamento nostrano, ma lo sport rimane sempre una passionaccia elettrizzante.

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