Mentre si parla di coprifuochi, di auto-lockdown, di giri di vite, di restrizioni, il Giro d’Italia resiste. Nessun nuovo positivo, e col Covid-19 che serepeggia per tutto il paese, niente non è. In più, le parole da applausi scroscianti di Fabrizio Guidi (ds della EF Pro-Cycling) ieri hanno riportato il sereno in carovana. “Il mio team ha preso una decisione un po’ affrettata: il Giro d’Italia va rispettato, qui siamo al sicuro” è stato il pensiero dell’ex corridore toscano, quasi a voler prendere le distanze dai suoi datori di lavoro, freschi di missiva all’Uci per chiudere la corsa domenica a Piancavallo. Anche Elia Viviani, che di certo non sta vivendo l’annata più lucente della sua carriera, ha deciso di esporsi: “Basta polemiche. Qui al Giro siamo più sicuri che fuori”.
Il sereno è tornato non solo a livello umorale, ma anche meteorologico. Ieri, finalmente una tappa senza acquazzoni o temperature artiche. L’arrivo di Monselice ha sentenziato che Diego Ulissi (voto 10), talento cristallino del nostro ciclismo, è decisamente salito di colpi in certi arrivi. Verrebbe da dire che è salito di un’ottava, visto che si tratta del sigillo numero otto della sua carriera al Giro D’Italia. Gestione tattica della corsa perfetta sui muri euganei, dove Ulissi ha lasciato spremere i big di classifica per poi beffarli allo sprint al fotofinish. Ora il finisseur di Donoratico deve rompere il ghiaccio nelle grandi classiche: in corse da 250 km, fin qui ha sempre stentato. Mezzi atletici e sagacia tattica per smentire il recente passato adesso ci sono: l’Italia della pedivella ha bisogno di una zampata di Ulissi anche lì.
Chi ha pagato, ieri, è stato re Peter Sagan (voto 6). Lui e la sua squadra si sono dannati l’anima. Forse però quell’ultimo irto muro di giornata, seppur piazzato a oltre 25 km dal traguardo, era davvero troppo irto per lui. Un omaggio speciale va a Matteo Fabbro (voto 8): sta lavorando come un animale da soma per il campione slovacco. La speranza è che sulle Alpi possa avere la possibilità di giocarsi una tappa, anche se probabilmente dovrà di nuovo mulinare fatica per Majka e Konrad (voto 7 ieri).
Veniamo ai big. Joao Almeida (voto 10) ieri per un pelo non ha vinto la volata. Quando c’è da andare a caccia di abbuoni, il lusitano è un satanasso, tanto che viene da chiedersi se non abbia speso troppo. Oggi nelle terre del prosecco può rifilare una legnata secca a parecchi dei suoi avversari. Dovesse rimostrare il colpo di pedale a cronometro ammirato a Palermo nella prima tappa, gli altri stasera potrebbero masticare amaro. Il migliore dei big a crono è Pello Bilbao (voto 7): dello spagnolo si parla poco, l’altro ieri a Cesenatico ha sofferto da matti, ma è uno che ha fondo e sa correre.
Kelderman (voto 8), è una sfinge: pedala sempre con brillantezza, e soprattutto ha la scorta fissa di qualche compagno di squadra. Ci si aspetta una buona crono anche da lui. Ieri si è rivisto anche un Nibali molto pimpante (voto 8): non appena la temperatura torna tiepida, lo Squalo c’è e di che tinta. Non ci sono, invece, i suoi scudieri: da tre giorni il resto della Trek ammaina bandiera troppo presto. Ciccone, Brambilla e Mosca non sono in palla, e in vista delle Alpi questo è un guaio. E veniamo a Pozzovivo (voto 8). Ha una forma inaudita, in questo Giro: oggi potrebbe limitare i danni in modo egregio su un tracciato nervosetto. Così come Fulgsang (voto 6 ieri, riparatissimo: c’è da attenderselo all’attacco a Piancavallo). Sarà una crono cruciale, quella di oggi. Che ci dirà tanto di tutti. Della maglia rosa in primis.
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