Cominciamo dalla questione Covid-19. La positività di Simon Yates racconta tanto degli ultimi giorni. Del golgota sull’Etna, delle difficoltà sulla Sila, e di un protagonista annunciato che troppo presto invece si è trovato ad arrancare. Tanto spettacolo perso, ma almeno abbiamo capito il perché. Questo apre mezzo miliardo di interrogativi sulla prosecuzione del torpedone rosa: si riuscirà ad arrivare a Milano fra due settimane?
I più giurano di sì: per Rcs, un’interruzione forzata a corsa avviata sarebbe una sorta di cataclisma economico. Le prossime 72 ore saranno decisive: se con la nuova tornata di tamponi dovessero arrivare nuove positività, allora il rischio è davvero di chiudere baracca e burattini in anticipo. Lode ai test rapidi: senza di loro, gestire la vicenda Yates sarebbe stato più complicato.
Passiamo alla tappa, e alle parole sacrosante di Peter Sagan (voto 10 per la presa di posizione). Stanco di veder la sua Bora sprigionare watt per portare poi Arnaud Demare allo sprint, ieri lo slovacco si è messo coi pop-corn a vedere cosa sarebbero state in grado di fare la Groupama e gli altri team degli sprinter.
Risultato evidentissimo: fugone fiume arrivato fino a 10’ di vantaggio, e vittoria di uno scaltrissimo Alex Dowsett (voto 9) sul siculo Salvatore Puccio (voto 10, perché ci sta provando di tigna in questo Giro). Curiosità: nel Giro d’Italia 2013, sia Puccio che Dowsett ebbero un lampo di gloria: l’italiano vestì un giorno la maglia rosa, il britannico stravinse la crono di Saltara battendo persino un big delle lancette come Bradley Wiggins.
Infine, veniamo alla parte più speziata: le scintille verbali e non solo sull’asse Fuglsang-Nibali lasciano presagire botte da orbi, ciclisticamente parlando, in vista delle tappe dure. E forse già oggi nella tappa che porterà il plotone nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Al dunque: i due si conoscono benissimo, il danese è stato scudiero del siciliano tanto nel vittorioso Tour del 2014, quanto nella rimonta cavalleresca che Nibali mise in atto nel Giro 2016.
Secondo Fulgsang, Nibali è quasi spazientito dal doversi contendere la rosa con un suo semplice ex portaborracce. Normale dialettica, di chi sa che Nibali difficilmente digerisce un certo tipo di slang. Tutto ciò però accende la miccia, in vista delle salite. Ecco, le salite: oggi si arriva su a Roccaraso, in una tappa che misurerà diversi fattori anche ai vertici della classifica. Covid permettendo, speriamo sia solo l’antipasto montagnoso della Corsa Rosa.
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